I nostri armadi diventano sostenibili quando si acquistano indumenti usati nei mercatini o nei negozi vintage, oppure vestiti nuovi del commercio equo e solidale, o abiti prodotti in canapa o in cotone biologico o in altri materiali etici o capi che riportano l’etichetta Made in Italy, il cui acquisto sostiene la nostra economia. In quest’ultimo caso purtroppo la legge non aiuta molto il consumatore, basta infatti che una zip sia stata cucita nel nostro Paese e la merce in questione può fregiarsi di quel marchio.
Se vogliamo essere ancora più etici e siamo a Milano ecco 3 indirizzi sicuri e un po’ speciali dove acquistare o dove rigenerare i nostri abiti:
al Laboratorio Taivé, che in lingua Rom significa “filo”, lavorano anche donne nomadi. Realizzano gonne, borse e cuscini o si occupano di riparazioni di ogni genere grazie ad un progetto che la Caritas lancia nel 2009. Entrando vedrete un grande tavolo intorno al quale le sarte si danno un gran da fare. Anche servizio di stireria, produzione di biancheria da cucina e shoppers (Via Adolfo Wildt 27 B –Tel. 02 26822423 – romni.taive@caritasambrosiana.it). E’ aperto dal martedì al sabato dalle 10 alle 18.
Nasce invece grazie alla Cooperativa Alice il marchio “Sartoria San Vittore” che produce abiti confezionati dalle detenute ed ex detenute del carcere omonimo. Propone la collezione “Evadere dal quotidiano”, con la creatività della stilista Rosita Onofri. Una linea adatta ad una donna dinamica ed elegante, sensibile ai costi e alla scelta dei materiali. Via libera all’abbigliamento e agli abiti da sposa, ai costumi teatrali, alla biancheria per la casa dai grembiuli alle tende, alle borse e sporte per la spesa, alle cinte di stoffa e sciarpe.
Il primo laboratorio di sartoria nasce nel 1992 all’interno del penitenziario e, qualche anno dopo, le stesse persone danno vita ad un secondo laboratorio esterno per continuare il mestiere imparato. Il progetto prevede anche la formazione delle detenute sulle tecniche di sartoria, dando loro la possibilità, una volta scontata la pena, di esercitare individualmente (Via Gaudenzio Ferrari 3 – Tel. 02 48007267 – info@sartoriasanvittore.com – www.sartoriasanvittore.com). Quando andare: dal martedì al sabato dalle 10 alle 19; lunedì solo pomeriggio dalle 15.
Alla Sartoria sociale del Laboratorio Procaccini Quattordici lavorano persone con disabilità psichica o appartenenti a categorie svantaggiate. Una cooperativa fondata nel 2000 ben attrezzata per ogni tipo di riparazione o confezionamento di abiti su misura. I volontari insegnano ai meno fortunati un mestiere che gli restituisce dignità. Importante anche il recupero dei vecchi tessuti da trasformare in qualcosa di ancora utile (Via Procaccini 14 – Tel. 02 63632795/6/7 – sartoriaprocaccini@libero.it – www.laboratorioprocaccini.it). Riceve su appuntamento.
di Marzia Fiordaliso