Un paragrafo delle Guide Eco in città è doverosamente dedicato ai ristoranti solidali quei locali che, pur non utilizzando solo prodotti biologici o non avendo un intero menu vegano, hanno permesso a persone diversamente abili o con sindrome di down o a giovani immigrati, di avere una loro indipendenza economica e di sentirsi utili. Sono preziose iniziative che possono fungere da traino per altre esperienze simili affinché non siano più un’eccezione che conferma la regola ma una splendida normalità sia per numero di proposte sul territorio sia per le modalità di inclusione sociale messe in campo. Una ristorazione non più alternativa degna di una città civile che valorizza tutti i suoi cittadini senza distinzioni.
Nel quartiere Ostiense incontriamo Altrove un vero melting pot di culture e proposte gastronomiche. La cucina è mediterranea con accenni fusion, sempre attenta a esigenze o scelte alimentari diverse. Le materie prime, rigorosamente di stagione, provengono da aziende quanto più a km zero o biologiche; i fornitori seguono politiche etiche riguardo al lavoro dei dipendenti.
Lo staff è formato da chef professionisti, giovani cuochi e addetti di sala che hanno frequentato i corsi “Matechef” del CIES (Centro Informazione Educazione allo Sviluppo Onlus) rivolti a ragazzi dai 16 ai 24 anni, migranti o figli di immigrati, categorie deboli con difficoltà d’accesso al mondo del lavoro.
La proposta è sempre varia con il pranzo a buffet e la sera e il weekend con menu alla carta, la pasticceria sforna ottimi dolci da gustare nella piacevole sala (Via Girolamo Benzoni 34 –
www.altroveristorante.it).
Un luogo del cuore ormai storico è La Locanda dei girasoli la cui omonima cooperativa sostiene persone con sindrome di Down. Quale simbolo poteva meglio rappresentare la gioia nei confronti della vita e la solarità di questo progetto se non il girasole? Un fiore che ben identifica la forza e l’orgoglio dei ragazzi che ogni giorno dimostrano in sala e in cucina professionalità, serietà, simpatia, sempre con la supervisione calda e affettuosa di alcuni dei loro genitori. Il menu strizza l’occhio alla tradizione romana ma si può ordinare anche un’ottima pizza e si esce non solo sazi ma anche rinfrancati al pensiero che un mondo più umano è davvero possibile (Via dei Suplici 117 H –
www.lalocandadeigirasoli.it).
La Trattoria degli Amici non può essere solo classificata come un semplice ristorante. Il locale, infatti, è gestito da una cooperativa promossa dalla Comunità di Sant’Egidio e vi lavorano persone disabili affiancate dai loro amici che li aiutano volontariamente. Chi serve, chi cucina, chi pensa a rendere accogliente l’ambiente e tanti clienti, ormai affezionati. I quadri appesi alle pareti esprimono ciò che si può fare malgrado qualche difficoltà fisica o psichica. E l’ottimo menu proposto è il risultato di un lavoro che non si può negare a qualcuno solo perché dotato di abilità diverse (Piazza Sant’Egidio 6 – www.trattoriadegliamici.org).
di Marzia Fiordaliso