Mercoledì 15 e giovedì 16 due giorni di sit in a Montecitorio contro il decreto SbloccaItalia, parallelamente alle discussioni alla Camera per la sua conversione in legge.
A Sud promuove, aderisce, partecipa ed invita a partecipare ad ambedue le mobilitazioni.
15-16 ottobre Blocca lo #SbloccaItalia
P.zza Montecitorio
h. 10.00 – 14.00
Il 15 e il 16 ottobre oltre 130 tra comitati, organizzazioni sociali, associazioni e reti territoriali e nazionali attive su estrazioni petrolifere, infrastrutture energetiche, grandi opere, acqua e servizi pubblici locali, gestione dei rifiuti, bonifiche, salute e ambiente, saranno in piazza a Roma per una due giorni di presidio sotto il parlamento durante la discussione in aula per la conversione in legge del decreto Sblocca-Italia.
Il decreto spalanca le porte ad una ulteriore messa a profitto dei territori mascherata da occasione di rilancio per la malconcia economia nazionale, oltre a porre una questione che ha direttamente a che vedere con lo svuotamento dei processi democratici: avocando presso il potere centrale, nello specifico i Ministeri competenti, ogni decisione riguardante le concessioni per le attività estrattive, il decreto mina ancor più il ruolo delle amministrazioni locali nelle decisioni che riguardano progetti fortementi impattanti a livello territoriale.
L’APPELLO
“BLOCCA LO SBLOCCA-ITALIA”, DIFENDI LA TUA TERRA!
Partecipa alla campagna contro il decreto che distrugge il belpaese, il 15-16 ottobre a Roma due giorni di presidio di cittadini e comitati davanti al parlamento
Un attacco all’ambiente senza precedenti e definitivo: è il cosiddetto Decreto “Sblocca Italia” varato dal Governo Renzi il 13 settembre scorso. Un provvedimento che condanna il Belpaese all’arretratezza di un’economia basata sul consumo intensivo di risorse non rinnovabili e concentrata in poche mani. È un vero e proprio assalto finale delle trivelle al mare che fa vivere milioni di persone con il turismo; alle colline dove l’agricoltura di qualità produce vino e olio venduti in tutto il mondo; addirittura alle montagne e ai paesaggi sopravvissuti a decenni di uso dissennato del territorio. Basti pensare che il Governo Renzi rilancia le attività petrolifere addirittura nel Golfo di Napoli e in quello di Salerno tra Ischia, Capri, Sorrento, Amalfi e la costiera Cilentana, dell’omonimo Parco Nazionale.