L’acero è albero dall’elevato potenziale ornamentale. Non è raro incontrare file di questi alberi all’interno di giardini pubblici o aree verdi, così come ampio è il ventaglio di possibili specie da coltivare. Prendersi cura di un acero è una missione tutt’altro che impossibile, basterà prendersene cura rispettandone le caratteristiche e i metodi di coltivazione.
Per procedere alla giusta scelta dell’acero da piantare occorrerà però dare uno sguardo alle caratteristiche principali, ma non solo. Le varie specie presentano diverse esigenze in termini di coltivazione e cura, spesso influenzate dall’habitat e dall’eventuale scelta di messa a dimora in vaso.
Caratteristiche
Si tratta solitamente di alberi di altezza media, malgrado alcune specie possano raggiungere anche i 30 metri. Per contro esistono varietà che non superano il metro, rappresentando un’ottima scelta per chi vuole coltivarlo in vaso. In molti casi le foglie sono di colore rosso vivo, spesso caduche, capaci di rendere ancora più suggestivo e affascinante il foliage del proprio giardino o terrazzo. La loro forma è nella maggior parte dei casi palmata e lobata.
Gli aceri presentano piccoli fiori dal profumo dolciastro. I frutti assumono invece una forma particolare, composti da due “ali” unite alla base da un solo seme. Una struttura messa a punto dalla natura per favorirne la diffusione tramite il vento.
Tipi di acero
Finora sono state identificate oltre 200 specie di acero, di cui risultano particolarmente note l’acero rosso e l’acero giapponese (Acer Japonicum). A questo proposito una curiosità: malgrado questo numero tutto sommato importante, appena una specie è originaria dell’Australia. L’origine di quasi tutte le varietà è da collocarsi tra Europa, Asia e Americhe.
Tra le specie più alte troviamo l’Acer Negundo, originaria del Nord America e capace di raggiungere un’altezza prossima ai 20 metri. Non quanto l’Acer Saccharum, che raggiunge i 30 metri e proviene anch’esso dall’America Settentrionale.
Dimensioni decisamente più contenute per l’Acer Griseum, un acero che arriva dalla Cina e può raggiungere in media 6-8 metri d’altezza. Ancora più piccolo l’Acer Palmatum, specie giapponese, che difficilmente riesce a superare i 3-5 metri.
Altezza vicina ai 4-5 metri anche per un esemplare d’origine europea e africana, l’Acer Campestre, dalle foglie di colore verde scuro. Fogliame che tende al giallo in autunno, sebbene risulti meno appariscente di molte altre specie di acero.
Foglie di colore verde scuro anche per l’acero norvegese, originario dell’Europa, anche noto come Acer platanoides. Ha origini nel Nord Europa e nel Caucaso l’acero montano o Acer Pseudoplatanus, di cui sono presenti esemplari selvatici anche nell’Italia settentrionale.
Acero, coltivazione
Un primo importante passo per un corretta coltivazione dell’acero è la scelta della specie giusta. Sarà necessario confrontare i dati relativi alla propria zona, e al terreno in cui andrà posto a dimora l’albero, con le necessità delle diverse varietà.
Per una coltivazione in vaso produttiva sarà quindi opportuno scegliere varietà che non raggiungono particolari altezze, solitamente intorno ai 3-4 metri al massimo. Possibile anche optare per una specie bonsai, quindi dalle dimensioni fortemente contenute.
Acero: caratteristiche del terreno
La quasi totalità degli aceri predilige terreno ricco, non arido né povero di nutrimento, ma capace di evitare ristagni. Varia da specie a specie il pH preferito, che in alcuni casi tenderà all’acido mentre in altri all’alcalino.
Sul fronte climatico è importante sottolineare come si tratti di una pianta che predilige tendenzialmente il freddo, tollerando bene una temperatura fino a -20 gradi Celsius. Fanno eccezione gli aceri orientali, che temono un po’ di più il freddo e potrebbero necessitare di coperture invernali.
Dove posizionare l’acero?
La posizione in cui mettere a dimora l’acero varia a seconda delle caratteristiche e della zona climatica in cui verrà coltivato. Nelle aree con temperature invernali più rigide ed estati non troppo calde dovrà essere posizionato in pieno sole. Al contrario nei climi più temperati andrà posto in penombra.
Acero, come prendersene cura
Nella maggioranza dei casi l’acero si rivela una pianta molto facile da curare in quanto piuttosto autonoma. Tuttavia le specie orientali potrebbero richiedere qualche cura in più, oltre a eventuali necessità specifiche legate alla propria zona.
In caso si ritenga necessario somministrare del concime all’acero per favorirne la coltivazione è bene sapere che ciò dovrà avvenire nel mese di giugno. Per quanto riguarda invece la potatura dovrà interessare soltanto i rami danneggiati durante l’inverno ed è prevista in primavera.
Come far diventare le foglie più rosse?
Può capitare che lo scarso colore rosso delle foglie dipenda dall’esposizione solare. Alcune specie (tra cui l’acero giapponese) tendono a mostrare un fogliame verde anziché rossastro proprio per la scarsa luce ricevuta. Un posizionamento adeguato rispetto al sole potrà quindi far diventare le foglie più rosse (sempre nei limiti della cultivar scelta).
Quando innaffiare l’acero?
L’acero è una pianta che come detto gode di un’ampia autonomia di cura. L’acqua non fa eccezione, tuttavia si tratta di una capacità a tempo limitato. Occorrerà innaffiare l’acero ogniqualvolta il terreno dovesse mostrarsi secco e in caso di periodi di siccità prolungati, come accade ad esempio con la mimosa, o durante i primi mesi di vita della pianta. Sempre tenendo a mente che è fondamentale evitare ristagni idrici, eventualmente anche tramite un terreno ad alto fattore drenante.
Parassiti e funghi
Gli aceri tendono a essere colpiti da malattie fungine come ad esempio la ruggine, ma possono risentirne realmente soltanto se di giovane età. Gli esemplari più adulti sono scarsamente attaccati e comunque non soffrono più di tanto tale presenza.
Discorso simile per quanto riguarda i parassiti, come i minatori fogliari. Occorre preoccuparsi e intervenire soltanto se la pianta è di giovane età, mentre per gli esemplari adulti basterà rimuovere con cura il fogliame caduto dall’acero al termine della bella stagione (per evitare l’incubazione dei nuovi esemplari parassitari).