Sentiamo spesso parlare di “stampa alternativa”, di controinformazione, di editoria che viene dal basso. Il ruolo della conoscenza, i meccanismi attraverso i quali la stessa si costruisce e si trasmette, l’informazione in senso lato rappresentano un diritto dei cittadini e un dovere delle amministrazioni: un interesse generale da preservare e incentivare, uno dei pilastri fondamentali dell’esercizio del diritto di cittadinanza ma anche una leva per agire sulle politiche ambientali e sul mercato. In democrazia tutti abbiamo il diritto di esprimerci: e così le riviste, i quotidiani, le radio, i siti web, anche quelli che non hanno tirature o ascoltatori da record ma che, pur di nicchia, rappresentano fasce importanti della società, non dovrebbero rimanere ai margini. E’ sempre più in crescita una stampa green, di settore, basata su fonti scientifiche, dove viene raccontato tutto quello che ancora, soprattutto il sistema mainstream, non rivela. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di un’informazione politicamente e moralmente libera, in cui si cerca di dare una chiave di lettura della società diversa, promuovendo stili di vita più sostenibili.
La prossima volta che ci rechiamo in edicola o entriamo in un negozio bio acquistiamo una rivista diversa dalle solite e proviamo a modificare il nostro punto di vista.
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