Termometro caldo clima

Allarme clima, vittime del caldo: bilancio quadruplicato entro il 2050

Un nuovo grido d’allarme sul clima arriva dal Lancet Countdown on Health and Climate Change. Nel rapporto 2023 si fa il punto sugli effetti del riscaldamento globale anche in termini di vite umane, sottolineando come il numero attuale di decessi legati al caldo record sia destinato a quadruplicare entro il 2050. Hanno partecipato alla stesura del documento 114 ricercatori, appartenenti a 52 istituti di ricerca e agenzie dell’ONU.

Questo a meno che non si intervenga tempestivamente limitando l’incremento delle temperature entro l’auspicato obiettivo di 1,5 gradi Celsius. Un allarme dal quale partire in vista dell’ormai prossima COP28 di Dubai, in programma dal 30 novembre al 12 dicembre 2023. Ha sottolineato Marina Romanello, direttrice esecutiva del Lancet Countdown on Health and Climate Change presso lo University College London:

Il nostro bilancio sulla salute rivela che oggi i crescenti rischi del cambiamento climatico stanno costando vite umane e mezzi di sussistenza in tutto il mondo. Le proiezioni di un mondo più caldo di 2°C rivelano un futuro pericoloso e ricordano tristemente che il ritmo e la portata degli sforzi di mitigazione visti finora sono stati tristemente inadeguati a salvaguardare la salute e la sicurezza delle persone.

Con 1.337 tonnellate di anidride carbonica ancora emesse ogni secondo non stiamo riducendo le emissioni abbastanza velocemente da mantenere i rischi climatici entro i livelli che i nostri sistemi sanitari possono far fronte. L’inazione comporta un costo umano enorme e non possiamo permetterci questo livello di disimpegno: lo stiamo pagando in termini di vite umane. Ogni momento che ritardiamo rende il percorso verso un futuro vivibile più difficile e l’adattamento sempre più costoso e impegnativo.

Allarme clima, caldo record e governi in ritardo

L’attuale orientamento è di un incremento delle temperature medie mondiali di 2,7 gradi entro il 2100, ben oltre quanto auspicato dagli studiosi. A preoccupare sono soprattutto il caldo record, come dimostra anche il dato eccezionale di ottobre 2023 e le malattie infettive. Entrambi fattori che incideranno pesantemente nei prossimi anni sulla perdita di vite umane.

Anche se per ora il riscaldamento globale è fermo a 1,14 °C non mancano gli effetti negativi per l’ambiente e l’umanità. Circa 86 giorni all’anno sono attualmente caratterizzati da temperature pericolosamente alte per la salute, con i decessi da caldo degli over 65 aumentati dell’85% nel decennio 2013-2022 (rispetto al periodo 1991-2000).

Da non dimenticare, spiegano i ricercatori, anche i rischi legati agli eventi meteorologici estremi e alle loro conseguenze dal punto di vista idrogeologico. Non tutto è perduto però secondo la Dr.ssa Romanello, che ha concluso:

L’attenzione alla salute alla Cop28 è l’opportunità della nostra vita per garantire impegni e azioni. Se i negoziati sul clima porteranno ad un’equa e rapida eliminazione dei combustibili fossili, accelereranno la mitigazione e sosterranno gli sforzi di adattamento per la salute, le ambizioni dell’accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C saranno ancora realizzabili e un futuro prospero e sano sarà a portata di mano. A meno che tali progressi non si concretizzino, la crescente enfasi sulla salute nell’ambito dei negoziati sul cambiamento climatico rischia di rimanere solo parole vuote, con ogni frazione di grado di riscaldamento che esacerba i danni subiti da miliardi di persone oggi e dalle generazioni a venire.