L’arnica è una pianta inserita a pieno titolo nel mondo dei rimedi naturali. Si tratta di una soluzione molto efficace per il trattamento di specifiche condizioni e patologie. Occorre però conoscere bene quali siano gli utilizzi previsti e in quali occasioni sarebbe consigliato affidarsi ad esempio all’artiglio del diavolo.
Esistono differenti varietà di questa pianta, ma quella più coltivata e utilizzata è senza dubbio l’arnica montana. Si tratta in generale di una specie appartenente alla famiglia delle Ateraceae e inserita, unica in elenco, nel sottogruppo delle Arnicinae.
Caratteristiche
Andiamo subito a vedere quelle che sono le caratteristiche principali di questa pianta. Abbiamo già citato la sua collocazione botanica, a cui possiamo aggiungere che si tratta come in molti altri casi di una spermatofita. In buona sostanza parliamo di una pianta destinata a nascere, crescere e concludere il suo ciclo vitale dopo aver innescato la produzione di semi (necessari per la riproduzione in natura).
Come accade anche per l’arnica montana, questo piccolo arbusto raggiunge un’altezza compresa tra i 30 e i 60 centimetri. Per quanto riguarda le foglie una curiosità: sono sia a forma lanceolata che ovale. Inoltre il fogliame è distribuito differentemente a seconda della posizione in cui si trova. La disposizione è a coppie opposte per quanto riguarda la zona superiore, mentre è a forma di rosetta alla base del fusto. Molto appariscenti i fiori prodotti dalla pianta, di un bel giallo vivo e dalla forma simile a quelli di margherita.
L’habitat in cui cresce rigogliosa l’arnica montana è quello mediterraneo, a clima temperato, lo stesso che si può trovare anche in Italia. Ciò rende il Bel Paese un’area ideale per questa pianta. Come intuibile già dal nome assegnatole, questa varietà predilige i rilievi montani e collinari. Al contrario sembra mal tollerare il caldo intenso e può risultare quindi sconsigliato coltivarla nelle zone del sud Italia.
Arnica: proprietà
L’arnica montana dispone di diverse proprietà curative, frutto soprattutto della presenza di flavonoidi e tannini. Molto utili si rivelano anche gli oli essenziali presenti in questa pianta.
Si aggiungono a questo piccolo elenco della salute anche i lattoni sesquiterpeni, delle sostanze dal sapore amaro tra le quali figura anche l’elenalina. Due sono le proprietà di particolare rilievo a disposizione dell’arnica e sono quella antinfiammatoria e quella analgesica.
Benefici dell’arnica montana
L’utilizzo di rimedi naturali contenenti arnica montana risulta adatto in presenta di traumi fisici, come contusioni ed ematomi. Possono essere trattati con creme e pomate a base di arnica anche le labbra screpolate e le punture di insetto.
Secondo i ricercatori della University of Maryland School of Medicine l’arnica può essere utilizzata anche nel trattamento di alcune affezioni della pelle. Nello specifico viene indicata come rimedio naturali contro acne e brufoli. Servirebbero in questo caso creme o pomate con una concentrazione compresa tra il 20 e il 25%.
Differenze con l’artiglio del diavolo
A differenza dell’arnica montana, l’artiglio del diavolo è associato al trattamento di stati infiammatori e dolore soprattutto di tipo cronico o che può essere soggetto a recidiva. Per questo lo si consiglia nei casi di artrite reumatoide, dolore (anche cronico), mal di schiena, sciatica e tendiniti.
Utilizzi
Quando si parla dei possibili utilizzi dell’arnica montana i riferimenti sono legati a creme, pomate e unguenti. In diversi casi vengono inseriti tra gli ingredienti la tintura madre e l’oleolito di arnica.
Realizzare la tintura madre è molto semplice. Basta immergere 10 grammi di fiori in 100 ml di alcol a 60° e lasciarli macerare per due settimane in un barattolo di vetro. Trascorso il tempo filtrare e versare in un flacone di vetro dotato di tappo contagocce.
Chi vuole produrre il proprio oleolito dovrà lasciare macerare per un mese 50 grammi di fiori di arnica in mezzo litro di olio di vinacciolo. Ricordarsi di esporre al sole per qualche ora al giorno il contenitore di vetro utilizzato. Passati i 30 giorni strizzare i fiori, per massimizzare la quantità di prodotto ottenuto, poi riporre il barattolo chiuso in un luogo fresco e asciutto.
Pomata di arnica montana fai da te
Per realizzare in casa la propria pomata di arnica montana occorre innanzitutto munirsi dei seguenti ingredienti:
- 80 g di oleolito di arnica;
- 8 ml di tintura madre di arnica;
- 12 g di cera di soia o mimosa;
- 30 gocce di olio essenziale di canfora;
- 30 gocce di olio essenziale di lavanda.
La preparazione prevede come primo passo il mettere a scaldare a bagnomaria l’oleolito e la cera, temperatura di circa 70 gradi. Una volta sciolti unire alla tintura madre e agli oli essenziali, mescolando per due minuti. Dopo averlo lasciato ulteriori tre minuti a raffreddare occorrerà spostarlo in un contenitore di vetro dotato di chiusura ermetica. La scadenza prevista è a due anni.
Controindicazioni
Prima importante controindicazione relativo all’uso dell’arnica come rimedio naturale è l’impossibilità di assumerla per via orale. Questo in quanto risulterebbe tossica per l’organismo. A questo si sommano le possibili reazioni allergiche o le irritazioni cutanee localizzate.
Tra le controindicazioni figura anche l’applicazione di soluzioni contenenti arnica montana su ferite e lesioni. Evitarne l’utilizzo anche in concomitanza con l’assunzione di farmaci anticoagulanti, oppure durante la gravidanza e l’allattamento.
Arnica montana: coltivazione e come si cura
In molti casi la coltivazione dell’arnica montana è legata a finalità ornamentali, con lo scopo di arricchire il proprio balcone o il giardino. Non è escluso però che a tali obiettivi possa aggiungersi il desiderio di avere a portata di mano un prezioso rimedio naturale.
All’arnica montana sono riconosciute discrete capacità di adattamento, tanto da risultare piuttosto facile da coltivare sia in giardino che in vaso. Proprio in virtù di tale adattabilità risulterà difficile sbagliare il terriccio o il terreno in cui mettere a dimora la pianta. Se però desiderate andare oltre la sufficienza allora si consiglia una soluzione altamente drenante, mediamente acida e sabbiosa.
In termini di cura e manutenzione andranno tenute d’occhio le erbe infestanti, da rimuovere con regolarità.Buone notizie sul fronte dei parassiti, dai quali riesce solitamente a difendersi da sé.
Arnica montana in giardino
Prendersi cura dell’arnica montana in giardino si rivela piuttosto semplice sotto diversi punti di vista. A cominciare dalla preparazione del terreno, che consisterà semplicemente in una leggera zappatura. Questo sarà valido sia per la semina che per le piante riprodotte per talea. Lato irrigazione non serviranno particolari attenzioni se piantata in giardino.
Coltivazione in vaso
Chi decide di piantare la propria arnica montana in vaso dovrà prestare alcune piccole accortezze extra. A cominciare dalla preparazione del contenitore, alla cui base andranno posti ghiaia e cocci (per favorire il drenaggio dei liquidi in eccesso).
Solitamente la soluzione più pratica per far nascere una nuova piantina è quello della riproduzione per talea. Ad ogni modo è possibile anche seminare direttamente a dimora, purché l’operazione venga svolta tra la primavera e l’estate. Se al contrario si procederà tra la fine del periodo estivo e l’autunno allora sarà meglio utilizzare un semenzaio.
Dal punto di vista dell’acqua necessaria, l’arnica in vaso richiesta un’annaffiatura più o meno regolare. Due volte a settimana dovrebbero essere sufficienti, anche se periodi particolarmente caldi potrebbero rendere necessari più interventi.