Roma – E’ fatto con scarti di sfasciacarrozze – con vecchi pneumatici riciclati – il nuovo centro sportivo inaugurato domenica 25 settembre dal vicesindaco Frongia a Pietralata, in via dell’Acqua Marcia 51, primo impianto del genere a Roma. Intitolato al grande Fulvio Bernardini – il centrocampista-allenatore scomparso nel 1984 che dà già il nome al complesso romanista di Trigoria – sfoggia perfette superfici in sintetico: piste e campi che in realtà sono la reincarnazione di oltre 13mila gomme d’auto fuori uso, così trasformate da una società specializzata nell’eco-recupero della gomma.
Un centro sportivo ideale su scala di quartiere: ci sono la pista di atletica, il campo di calcio (omologato dalla Lega Nazionale Dilettanti) con le righe per calciotto e football americano, la palestra e una pista giochi anti-trauma per bambini. Accurate le soluzioni tecniche adottate: la pista di atletica abbina alla gomma riciclata le resine poliuretaniche per raggiungere la necessaria rugosità; il pavimento della palestra offre, sull’area dedicata ai pesi, speciale aderenza, protezione contro possibili traumi e grande resistenza (in quel punto sono stati impiegati 1.600 chili di gomma riciclata).
Gioiello a parte, il campo di calcio: 110 tonnellate di gomma usate in modo polifunzionale: per compattare la superficie erbosa negli interstizi (garantendo assorbimento degli shock e rimbalzo ottimale del pallone) e, nello strato sotto la superficie, per dare e restituire elasticità a chi corre sull’erba. Innovativa anche la “Via dei Giochi”, 60 metri quadri di pavimentazione colorata per i più piccoli, con 5.000 chili di gomma riciclata che assicurano cadute e scivoloni senza alcun pericolo.
Il campo sportivo di via dell’Acqua Marcia, ha sottolineato il vicesindaco Frongia inaugurando l’impianto, attua due linee guida dell’amministrazione capitolina: “riuso dei materiali e sport nelle periferie”. Lo stadio di quartiere fatto coi vecchi pneumatici è sul giusto binario, dato che si cercano “sempre più soluzioni economiche ed ecologiche, che facciano del riuso una virtù” e consentano di “ridurre gli sprechi in qualunque campo”.
“Pensiamo a una capitale”, ha concluso Frongia, “in cui le parole d’ordine siano: sostenibilità, recupero e accessibilità”.