Bioplastiche compostabili

Bioplastiche: calo dei consumi, illegalità e concorrenza sleale frenano il loro sviluppo

Lo studio Plastic consult per il X rapporto annuale di Assobioplastiche evidenzia un calo dei consumi ma anche illegalità e concorrenza sleale. L’industria delle bioplastiche è rappresentata da 288 aziende (+6,3% rispetto al 2022), suddivise in produttori di chimica di base e intermedi (5), produttori e distributori di granuli (20), operatori di prima trasformazione (198), operatori di seconda trasformazione (65), con 2.980 addetti dedicati, 120.900 tonnellate di manufatti compostabili prodotti e un fatturato complessivo di 828 milioni di euro.

La Lombardia è la regione con il maggior numero di imprese: 44 le aziende che occupano 197 addetti dedicati, seguita dal Veneto con 30 aziende e 300 addetti dedicati, e dall’Emilia Romagna che conta 24 aziende e 320 addetti dedicati.

Per quanto riguarda le tendenze di mercato, nel 2024, è previsto un miglioramento prospettico dei consumi finali e della spesa delle famiglie favorito dal calo dell’inflazione a livello nazionale (+0,9% in aprile 2024 rispetto al +6,2% di aprile 2023) e dall’attesissimo taglio dei tassi di interesse BCE.

Dopo un decennio di crescita costante, la contrazione nel largo consumo, l’illegalità e la concorrenza sleale hanno frenato per la prima volta l’industria delle bioplastiche in Italia – ha sottolineato Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche – La nostra Associazione da tempo ha denunciato il pericolo di questi aspetti distorsivi che stanno “azzoppando” la filiera italiana delle bioplastiche compostabili. Ribadiamo l’importanza degli strumenti messi in campo a tutela della legalità, come la piattaforma on-line realizzata da Assobioplastiche, con il supporto del Consorzio Biorepack, per la segnalazione di potenziali illeciti nel settore degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile e delle frazioni similari. Se vogliamo che questo settore riprenda a correre – ha concluso Bianconi – occorre imprimere un cambio di marcia, a partire dalla politica e dalle scelte che farà l’esecutivo nei prossimi mesi.

Bioplastiche e concorrenza sleale

Obiettivo arginare la competizione sleale dei sacchetti illegali e delle stoviglie “pseudo-riutilizzabili” che hanno evidenti ricadute negative sull’attività produttiva nazionale. Gli effetti del nuovo Regolamento europeo imballaggi, che nella sua versione finale lascia ampio spazio per lo sviluppo del settore, saranno con tutta probabilità visibili soltanto nel medio termine. Calo più contenuto per altre applicazioni (film alimentare, sacchetti per asporto merci e ultraleggeri). Positivo, invece, l’andamento per i prodotti legati alla raccolta dell’umido e i film per l’agricoltura.

Produzione e fatturato

Il fatturato nel 2023 è sceso a circa 828 milioni di euro (-29,1% rispetto all’anno precedente) a causa della significativa diminuzione dei prezzi (materie prime, semilavorati e prodotti finiti) che si è progressivamente manifestata durante l’anno. Rimangono stabili le risorse nelle aziende del settore che si occupano direttamente dei prodotti inseriti nella filiera delle plastiche compostabili.

Nel 2023 i volumi complessivi dei manufatti prodotti (sia finiti che semilavorati) hanno registrato per la prima volta una contrazione, scendendo a 120.900 tonnellate (-5,5% rispetto al 2022). Questo andamento è in linea con il calo del 6% nel settore delle termoplastiche convenzionali vergini. Al risultato negativo hanno contribuito in modo significativo le riduzioni del monouso e degli shopper.

Concentrandosi sulle aziende del settore della prima trasformazione (poco meno di 200 nel 2023) che lavorano, anche se in minima parte, plastiche compostabili, nel 2022 hanno generato un volume d’affari complessivo di circa 7,6 miliardi di euro, dando occupazione diretta a oltre 15.000 addetti.