Bologna e l’innovazione urbana, di Rossella Sobrero, Presidente Ferpi e Koinetica

Può una grande città innovare la propria governance? Bologna è la dimostrazione che non solo è possibile ma porta risultati interessanti. Il capoluogo emiliano non è certo nuovo a innovazioni che verranno poi adottate in altre realtà. Ricordiamo, per esempio, che Bologna è stata la prima città a sperimentare il Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni, ad avviare il crowdfunding civico, a dare vita alle social street…
La creazione della Fondazione per l’Innovazione Urbana, nata nel 2018 per volere dell’amministrazione comunale e dell’università, è un altro esempio che va in questa direzione.
La Fondazione si definisce come un cervello collettivo e uno snodo cittadino delle trasformazioni urbane e ha assunto il ruolo di catalizzatore di idee e attività per operare lungo quattro assi tematici che indicano la direzione verso cui Bologna intende proiettarsi nei prossimi anni: Città accogliente; Nuovo welfare urbano; Democrazia urbana e digitale; Città sostenibile.
La sfida che la Fondazione sta affrontando è importante: sta diventando l’area ricerca e sviluppo del Comune, un laboratorio aperto per affrontare le sfide sociali, ambientali e tecnologiche. Per farlo mette a disposizione della comunità competenze, dati, formazione, spazi per favorire lo sviluppo di politiche della sostenibilità con la collaborazione dei cittadini.
Anche grazie all’attività della Fondazione lo scorso 7 dicembre 2020 Bologna ha fatto un importante passo con l’entrata in vigore del Piano Urbanistico Generale della città, uno strumento di progettazione della trasformazione urbana: sono stati individuati tre principali obiettivi – resilienza e ambiente, abitabilità e inclusione, attrattività e lavoro – che verranno declinati in strategie per la rigenerazione dello spazio pubblico.
Una novità della Fondazione per l’Innovazione Urbana è la capacità di stimolare la partecipazione dei cittadini, focalizzandone i bisogni e collaborando con l’amministrazione nella gestione delle politiche di cambiamento in cui è determinante la partecipazione consapevole dei soggetti coinvolti. Una Fondazione che diventa quindi un luogo di incontro e di discussione fra cittadini, istituzioni pubbliche, associazioni e movimenti, espressioni del mondo economico, sociale e culturale.

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