Sono tre università italiane tra le prime 100 università sostenibili. A stabilirlo la classifica internazionale stilata da Times Higher Education (The). Il periodico giudica le prestazioni delle strutture rispetto ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, Sdg) delle Nazioni Unite. L’edizione di quest’anno ha visto la partecipazione record di 1.524 istituti, provenienti da 110 Paesi.
Tra i 20 atenei italiani presi in considerazione, l’Università di Bologna occupa il 37esimo posto nella classifica generale. La struttura bolognese è prima in Italia e nona in Europa. Secondo e terzo posto del podio italiano sono occupati dall’Università di Padova (76esima) e dal Politecnico di Milano (98esimo).
Università sostenibili: il caso di Bologna
Proprio qualche giorno fa l’Università di Bologna e Andi-Mec (Ozzano) ha dato vita a un modello che permette di misurare l’impatto ambientale e sociale dei processi di lavorazione meccanica. Dalla sintesi tra il Data Driven Factory creato da Andi-Mec e il modello ViVACE di Turtle è nata la soluzione ideale per aiutare le aziende della Packaging valley che hanno intenzione di iniziare la transizione verso la sostenibilità sulla base di dati reali.
Senza dimenticare che a inizio anno accademico nel Campus di Ravenna dell’Università di Bologna è arrivato un Master di secondo livello Ambiente e Salute che vuole dare le conoscenze sulla relazione tra ambiente e salute. Il master ha durata annuale con frequenza biennale part-time, rilascia 60 crediti formativi universitari (CFU). Lo scopo è quello di dare le conoscenze di base sulla relazione ambiente-salute, limitatamente ad evidenze consolidate, pubblicate e condivise in ambito scientifico.
Alla fine di questo corso gli iscritti risponderanno a domande specifiche delle istituzioni sanitarie e ambientali degli stakeholders e della popolazione. Inoltre saranno in grado di capire i risultati delle indagini ambientali e di leggere ed interpretare in modo critico dati epidemiologici sullo stato di salute e sui possibili rischi ambientali di popolazioni esposte. Potranno infine migliorare le capacità diagnostiche per le patologie legate alle esposizioni ambientali.