Quando si parla di cactus si fa riferimento a una particolare famiglia di piante. Alcune di queste sono particolarmente apprezzate per la colorazione dei loro fiori e per la forma in generale, altre per la resistenza a determinate condizioni meteo.
Il termine cactus venne adottato, nel 1753, dal medico e botanico svedese Carl Von Linné per identificare un genere di piante. In seguito il termine divenne l’identificativo di una famiglia, più propriamente detta delle “Cactaceae“, comprensiva di diversi generi.
Spesso si ritengono queste piante come capaci di “curarsi da sole”, esemplari a cui è necessario dedicare pochissime attenzioni. Non è esattamente così, ma la sua coltivazione può risultare decisamente più semplice scegliendo la specie giusta. Per farlo occorrerà conoscere le sue caratteristiche di base e qualche piccola informazione sulle varietà disponibili.
Cactus: caratteristiche
Una delle caratteristiche principali del cactus è quella di appartenere alla categoria delle piante grasse, o per meglio dire succulente. Sono piante che trattengono all’interno delle foglie una notevole quantità d’acqua, da utilizzare poi nei mesi in cui l’approvvigionamento idrico risulterà scarso.
Come accennato esistono diverse varietà di cactus da poter coltivare, ciascuna delle quali più o meno adatta a quelle che sono le condizioni climatiche del proprio luogo di residenza. Una buona scelta al momento dell’acquisto permetterà di prendersi cura della propria succulenta senza troppi patemi d’animo.
Varietà
Esistono circa 3000 specie di piante appartenenti alla famiglia delle Cactaceae, con più o meno 120 generi entro cui vengono raggruppate. Per fornire un primo aiuto alla scelta della pianta migliora da coltivare facciamo una prima distinzione, ovvero tra piante originarie del Sudamerica o del Messico e specie che affondano le proprie origini nel continente africano.
Per quanto riguarda le varietà sudamericane o messicane solitamente l’inverno corrisponde al periodo di riposo, mentre in estate producono fiori anche di grandi dimensioni (quasi sempre poco o per nulla profumati). In alcuni casi queste piante possono generare dei frutti dalle proprie inflorescenze. È il caso ad esempio dei fichi d’India, ormai molto diffusi anche nelle regioni del Centro-Sud Italia.
Contrariamente a questa “regola” vi sono però alcune varietà che fioriscono copiosamente in inverno, tra le quali quella brasiliana definita “Cactus di Natale“. Si tratta di piante dagli steli ramificati che producono fiori piuttosto colorati e appariscenti. A seconda del tipo sono disponibili di colore rosso, ciclamino, rosa, viola, porpora e altre colorazioni simili. Può rappresentare un modo per avere una casa fiorita e colorata anche a ridosso del nuovo anno.
Le varietà americane sono relativamente più semplici da coltivare, pur richiedendo alcune attenzioni extra durante il periodo più freddo dell’anno. Quelle sudafricane hanno necessità di temperature più costanti e mediamente più calde, risultando spesso difficili da coltivare a causa del troppo calore e della poca luce in casa.
Cactus: coltivazione e cura
Come detto qualche paragrafo si tratta di piante che richiedono precise attenzioni. Niente di impossibile, ma nemmeno qualcosa da prendere sotto gambe (se si vorranno ottenere risultati più che soddisfacenti). Primo aspetto di cui tenere conto è senza dubbio il clima.
Le piante della famiglia delle Cactaceae prediligono temperature non superiori ai 20 gradi e un certo grado di umidità (non troppo alta, ma nemmeno quasi assente). Una temperatura il più possibile costante e un adeguato ricircolo dell’aria possono consentire di ottenere buoni risultati anche in casa, purché si presti attenzione alla collocazione del cactus (in estate meglio evitare di esporlo alla luce solare diretta, in inverno di collocarlo vicino a un termosifone).
Qualora si abiti nelle regioni del Nord Italia è consigliata la coltivazione in vasi di terracotta, avendo cura di riporre la pianta in una serra nel periodo compreso tra ottobre/novembre e marzo/aprile. La coltivazione in giardino si rivela l’ideale nelle regioni del Sud Italia, anche in città, ma ciò non esclude la coltivazione in casa.
Giardino
La coltivazione di un cactus in giardino è spesso la soluzione più comoda. A patto ovviamente di risiedere in regioni che in inverno non tocchino temperature particolarmente rigide. Laddove sia frequente la discesa “sotto lo zero” allora probabilmente sarà meglio scegliere la coltivazione in vaso. Ciò non esclude necessariamente la collocazione all’aperto, purché però sia possibile spostare la pianta all’interno della casa, oppure di una serra o in una veranda, durante i mesi più freddi.
L’ideale è un terreno sabbioso misto a torba e drenante. La collocazione ideale è soleggiata, ma attenzione: la pianta non dovrà risultare non troppo esposta ai raggi del sole nei mesi estivi. Prendersene cura vuol dire anche dosare attentamente l’acqua, in quanto il cactus teme molto i ristagni. Annaffiare troppo e spesso queste piante può provocarne la morte anche in brevissimo tempo.
Durante l’estate potrebbe essere necessario annaffiare la pianta ogni circa due settimane, valutando in base al terreno: non aggiungere acqua se non dovesse risultare asciutto. Se la coltivazione è in vaso potrebbe essere necessario rinvasare il cactus anche a distanza di un anno: per farlo scegliere la primavera come periodo dell’anno, spostandola in un vaso leggermente più grande del precedente.
Stesso periodo utile anche per la “potatura“. La rimozione di eventuali nuove piante spuntate nel terreno, o magari la riproduzione per talea, dovrà portare alla messa a dimora in nuovi vasi. Mai costringere troppe piante entro lo stesso terreno o spazio vitale.
Casa
Diverse attenzioni legate alla coltivazione dei cactus in casa sono relative a quelle indicate per le piante coltivate in vaso. Alcuni accorgimenti specifici riguardano l’esposizione solare. In inverno collocare l’esemplare vicino alle finestre, per godere della massima luce possibile, evitando di avvicinarla a termosifoni, stufe o camini. In estate spostare all’esterno, se possibile, a maggior ragione in caso di utilizzo di deumidificatori.
Anche in questo caso innaffiare solo quando il terreno risulti asciutto. Sì all’utilizzo limitato del fertilizzante/concime nei mesi estivi, evitando anche qui di esagerare per quantità e frequenza di somministrazione. Se la pianta è molto giovane comprendere che potrebbe iniziare a produrre fiori soltanto a partire dal terzo anno di vita. Non perdete le speranze se non compaiono inflorescenze prima di tale periodo, ma continuate a prendervene amorevolmente cura. Il risultato saprà ripagarvi delle “fatiche” compiute.