All’apertura della Milano Fashion Week è apparsa una provocatoria installazione per richiamare l’attenzione sui cambiamenti climatici. In via Paolo Sarpi, all’altezza dei civici 19 e 21, Fondazione CESVI e Factanza Media hanno posizionato un’auto gravemente danneggiata da giganteschi chicchi di grandine e uno di questi colpisce la scritta Climate change doesn’t exist, all’emergenza non si sfugge nemmeno se si finge di non vedere è la morale del progetto.
Un’esperienza visiva d’impatto realizzata nell’ambito del progetto Humanitarian Assistance for Vulnerable Flood-affected communities in Pakistan, finanziato dall’Unione Europea, che sarà presente fino a domenica 25 febbraio e che porta necessariamente a riflettere sulla nostra attuale situazione: il mutamento del clima e soprattutto le sue devastanti conseguenze. Milano stessa ha, di recente, subito violente piogge e grandinate per non parlare delle micidiali alluvioni che hanno messo a dura prova l’Emilia-Romagna. Non si tratta di fenomeni passeggeri o imprevedibili ma degli effetti del riscaldamento globale, con tempeste sempre più violente.
Il messaggio è chiaro: se pensiamo che quel che accade in Europa e Italia sia drammatico, è necessario guardare più lontano, spesso ai Paesi già colpiti dalla crisi climatica e martoriati da povertà, fame, malattie, guerre, ingabbiati in un circolo vizioso che non lascia scampo ai loro abitanti. Il cambiamento climatico esacerba le diseguaglianze e le ingiustizie sia a livello internazionale che locale. Da un lato i Paesi che soffrono maggiormente gli impatti del cambiamento climatico non sono affatto quelli che hanno contribuito di più alla genesi del fenomeno. Dall’altro in ogni singolo Paese sono le comunità più povere e marginalizzate ad essere le più colpite – ha detto Gloria Zavatta, Presidente di CESVI – La scelta di ribadire l’allarme sull’emergenza climatica in concomitanza della Fashion Week ci permette di attenzionare un tema di rilevanza assoluta in un momento di grande visibilità per Milano, città della moda, ma sempre più attenta alle tematiche legate alla sostenibilità.
Cambiamenti climatici, fa sempre più caldo
Il 2023 l’anno più caldo mai registrato con una temperatura media di 0,60° maggiore rispetto al 1991-2000 e di 1,48° dal livello preindustriale1. Tra 1970 e 2021 i fenomeni meteorologici estremi nel mondo sono stati 11.778, con 4.300 miliardi di dollari di danni economici e la morte di 2 milioni di persone, per il 90% nei Paesi più poveri. Concentriamoci sul dato dei decessi: 2 milioni di essere umani e forse molti di più hanno perso la vita a causa di dissesti naturali su cui pare che i Governi vogliano sempre chiudere un occhio anzi due.
Factanza è da sempre in prima linea sulle sfide legate all’emergenza climatica e crediamo sia nostro dovere agire come veicolo di consapevolezza e cambiamento. L’installazione in tal senso diventa un simbolo e un monito a riconoscere la realtà del cambiamento climatico e le sue conseguenze devastanti – ha commentato Bianca Arrighini, CEO e co-founder di Factanza, uno dei leader tra le piattaforme digitali, con una community da oltre un milione di utenti sui social media – Non si tratta solo di una manifestazione di solidarietà, ma di un impegno tangibile verso la causa. Portare avanti questo progetto significa mettere in luce le storie e gli impatti umani legati alle crisi climatiche, promuovendo azioni concrete che ricordino l’importanza di un’immediata azione globale.
Emergenza Pakistan
CESVI e Factanza invitano a ricordare che una macchina distrutta è nulla in confronto a ciò che capita regolarmente in altri Paesi del mondo, dove gli eventi meteorologici estremi spazzano via ogni cosa, causando morte e devastazione. Poco distante dall’installazione, un totem multimediale mostra l’impatto dei cambiamenti climatici in tutto il mondo con un approfondimento sul Pakistan, Paese simbolo dell’ingiustizia climatica: tra i più colpiti al mondo dagli eventi naturali estremi, sebbene sia tra i minori produttori di gas serra.
Le alluvioni del 2022 hanno sommerso un terzo del Paese coinvolgendo oltre 33 milioni di persone e più di 8,2 milioni hanno dovuto abbandonare le proprie case. Ma l’emergenza si è estesa nel 2023 anche nel Punjab dove più di 750.000 persone, colpite da piogge estreme, hanno dovuto sfollare e mezzo milione gli acri di coltivazioni danneggiati.