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Crisi climatica: quali sono i paesi più a rischio, le migrazioni di massa

Oggi 3 ottobre 2022 si celebra la Giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza. Una ricorrenza istituita nel 2016 per ricordare le vittime dell’immigrazione e promuovere iniziative di sensibilizzazione e solidarietà affinché nessuno perda la vita alla ricerca di una vita migliore. Magari per colpa dei cambiamenti climatici.

I grandi cambiamenti climatici in atto stanno mettendo a rischio soprattutto le popolazioni dei paesi più svantaggiati a livello socioeconomico. Migliaia di esseri umani in fuga dai loro territori per trovare la salvezza. Legambiente ma anche l’Unhcr (Agenzia ONU per i Rifugiati) riportano dati allarmanti sui migranti e rifugiati costretti trovare altre terre dove sopravvivere.

Cambiamenti climatici: i paesi più a rischio, le migrazioni

Alcune zone del pianeta sono molto più a rischio di altre a causa dei cambiamenti climatici in corso; stiamo parlando di paesi come:

  • Africa Occidentale Centrale e Orientale;
  • Asia Meridionale;
  • America Centrale e Meridionale;
  • piccoli stati insulari in via di sviluppo;
  • Artico.

La crisi climatica colpisce queste aree geografiche in maniera più violenta e distruttiva provocando il decesso di un gran numero di persone. Negli ultimi dieci anni a causa di inondazioni, tempeste e siccità, la mortalità umana in questi paesi è stata 15 volte superiore rispetto alle zone con un minor rischio.

Le popolazioni che vivono in queste regioni si trovano in una condizione di vita precaria dovuta anche alla mancanza dei principali servizi e e risorse di prima necessità, in uno stretto rapporto di sussistenza economica con il territorio circostante e il disagio quotidiano li porta ad una migrazione di massa. Ma vediamo più nel dettaglio qualche dato.

Nel 2021 89.300.000 persone hanno abbandonato le proprie case per fuggire da guerre, violenze, persecuzioni e altre motivazioni secondo i dati Unhcr. In pratica si è registrato un incremento dell’8%, rispetto all’anno precedente, raddoppiato nell’arco di 10 anni.

E per quanto riguarda le previsioni future? Entro il 2050 216 milioni di persone in sei diverse regioni del mondo potrebbero essere costrette a spostarsi all’interno dei loro paesi. Questi dati allarmanti dovrebbero contribuire ancora di più a mettere in atto una risposta immediata e concreta per ridurre le emissioni globali a favore di uno sviluppo sostenibile.