Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia per l’Ambiente delle Nazioni Unite, attualmente «non esiste nessun percorso credibile per limitare l’aumento delle temperature a 1,5 C°» e , vista l’incapacità di ridurre le emissioni Co2, l’unico modo per limitare gli impatti dei cambiamenti climatici è una «rapida trasformazione della società».
L’Agenzia ha analizzato la differenza tra i tagli di promessi dai paesi e quelli necessari a limitare l’aumento della temperatura globale di 1,5 °C, obiettivo concordato a livello internazionale. Le conclusioni sono disarmanti: i progressi sono stati «del tutto inadeguati».
Cambiamenti climatici: rischiamo la catastrofe
Gli attuali impegni di azione entro il 2030, se interamente realizzati, si tradurrebbero in un aumento del riscaldamento globale di circa 2,5 °C e condizioni meteorologiche estreme catastrofiche in tutto il mondo. Se gli impegni a lungo termine dei paesi di raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050 fossero realizzati, la temperatura globale aumenterebbe di 1,8 °C. Ma la lentezza con cui procedono i governi significa che anche raggiungere questo traguardo – sempre per il rapporto – non appare un obiettivo credibile.
Nell’ultimo vertice dell’ONU sul clima, (la Cop26 svoltasi un anno fa a Glasgow) i governi si sono detti d’accordo ad incrementare i propri impegni. Ma a pochi giorni dalla Cop27 solo un paio di dozzine sono passati dalle parole ai fatti e i nuovi impegni si tradurrebbero in un taglio delle emissioni del solo 1% al 2030: per continuare a credere nell’obiettivo di 1,5 C° le emissioni globali devono diminuire di quasi il 50% entro quella data.
Le parole di Inger Andersen, direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), non lasciano spazi a dubbi:
Questo rapporto ci dice in termini scientifici quello che la natura ci ha detto per tutto l’anno attraverso inondazioni devastanti, tempeste e incendi: dobbiamo smettere di riempire la nostra atmosfera di gas serra e smettere di farlo velocemente. Abbiamo avuto la possibilità di apportare modifiche incrementali, ma quel tempo è finito. Solo una trasformazione radicale delle nostre economie e società può salvarci dall’accelerazione del disastro climatico.
A Sharm el-Sheikh la Cop 27: difficile essere ottimisti
Alla vigilia della Cop di Sharm el-Sheikh (7-19 novembre) arriva dalle Nazioni Unite un nuovo, durissimo, bagno di realtà che dovrebbe far riflettere i governi sulla portata della crisi climatica che si sta ingigantendo grazie all’inazione e al rinvio continuo delle misure necessarie a contenerne gli effetti. Il contesto geopolitico e le strategie energetiche che molti Paesi (compresa l’Italia, purtroppo) stanno adottando non aiutano ad essere ottimisti.
Per il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres:
Le emissioni restano a livelli pericolosi e record e sono ancora in aumento. Dobbiamo colmare il divario di emissioni prima che la catastrofe climatica si avvicini a tutti noi.
di Antonio Barone, Responsabile Comunicazione WWF Italia