Il Comune di Calendasco dice 'no' al consumo del suolo: il commento di Legambiente

Il Comune di Calendasco dice ‘no’ al consumo del suolo: il commento di Legambiente

Legambiente Emilia-Romagna ha fatto degli elogi alla scelta urbanistica controcorrente del Comune di Calendasco (PC), che ha detto di no a proposte di espansione logistica che avrebbero causato il consumo di quasi 300mila mq di territorio vergine. In particolare gli apprezzamenti sono andati al primo cittadino Zangrandi – a cui già nei giorni scorsi era arrivato il consenso di Legambiente Piacenza – che si è messo in gioco in prima persona su questa decisione importante e rischiosa.

Appare ormai inarrestabile l’avanzata degli insediamenti logistici in regione, a cui i sindaci generalmente aprono le braccia: in questo caso invece è successo esattamente il contrario, infatti il Comune ha dichiarato la mancata volontà di validare due aree già previste, anche davanti ad una richiesta di privati interessati a trasformarle. Una opzione strana in un territorio provinciale, quello di Piacenza, che guida le classifiche ISPRA sul consumo di suolo.

“Quello della Giunta di Calendasco è un esempio importante di buona politica – ha fatto sapere Legambiente – che rivela come spesso siano inconsistenti le scuse di tante amministrazioni che giustificano il proprio assenso al consumo di suolo come un fatto ineluttabile, figlio di norme e dinamiche economiche non controllabili. Zangrandi ha mostrato che in realtà le scelte possono essere altre e speriamo che l’esempio venga seguito da più amministratori possibili. Ci auguriamo ora che la scelta non venga impugnata dai privati, ma in quel caso l’Associazione supporterà la scelta del Comune”.

Tutti i dati ISPRA

Secondo i dati ISPRA c’è una perdita di 425 ettari tra il 2019 e il 2020, per questo motivo ogni abitante dell’Emilia-Romagna, bambini compresi, ha perso personalmente un metro quadrato di campagna. Numeri che preoccupano, ma che confermano una tendenza che già va avanti da diverso tempo: in soli tre anni i metri quadrati di campagna consumati per cittadino sono più di 3, per un totale di circa 1500 ettari totali nell’arco temporale preso in esame.

Dati negativi, anche perché la legge regionale approvata nel 2017 prevederebbe un massimo di 7000 ettari di consumo ammissibile dal 2020 al 2050.