CONOE: pronto un progetto con AMA Roma per la raccolta degli oli vegetali esausti

“Condanniamo con forza quanto accaduto pochi giorni fa, quando alcuni commercianti insieme a quattro dipendenti dell’Ama hanno illegalmente sversato in un tombino
un grande quantitativo di olio esausto” – dichiara Tommaso Campanile, presidente del CONOE, Consorzio Nazionale di Raccolta e Trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti.
“Siamo accanto alle forze dell’ordine, alle istituzioni cittadine e nazionali e all’azienda municipalizzata, per collaborare affinché episodi come questo non si ripetano”, continua Campanile.
Proprio il Conoe, istituito per legge per garantire il corretto smaltimento di questo rifiuto così pericoloso per l’ambiente, oggi opera su tutto il territorio nazionale con una rete di aziende di raccolta e rigenerazione togliendo dall’ambiente oltre 75mila tonnellate di rifiuto l’anno. Bisogna considerare, infatti, che bastano 5 litri di olio vegetale esausto, versato nelle condutture fognarie, ad inquinare una superficie pari a un campo di calcio.
Inoltre lo scorretto smaltimento degli oli vegetali comporta ingenti costi per la collettività. Infatti, oltre ad inquinare le falde acquifere, gli oli e i grassi intasano le tubature fino ad arrivare ai depuratori, creando enormi accumuli di grasso che solidificandosi compromettono il corretto funzionamento degli impianti. Un conto salato soprattutto per i cittadini, che il Conoe stima in oltre 600.000 euro/anno per il ripristino degli impianti in una città delle dimensioni di Roma.
“Siamo impegnati in un ambizioso progetto per la città di Roma insieme con AMA, con cui stiamo da tempo dialogando, per attuare un programma di sensibilizzazione capillare presso tutti i cittadini affinché la prassi per una corretta raccolta degli oli vegetali usati entri a far parte delle pratiche consuete di gestione dei rifiuti delle famiglie” – prosegue Campanile.
Un piano davvero imponente se esportato in ambito nazionale, ma evidentemente necessario, per cui il Consorzio ha richiesto l’intervento del Ministero dell’Ambiente e che può tradursi in realtà quando, verrà sottoscritto un accordo con l’ANCI, l’Associazione dei Comuni Italiani.