La certificazione energetica APE, obbligatoria per tutti gli immobili in vendita o in procinto d’essere affittati, è un documento che attesta i consumi medi annuali. La classificazione si basa su una scala che va dalla A4 alla G. Ancora pochi in Italia gli edifici residenziali a basso impatto.
Quali caratteristiche deve avere un’abitazione sostenibile? Bassi consumi (in aiuto l’esposizione e la luce naturale), pannelli fotovoltaici e impianti solari termici, raccolta delle acque piovane per irrigazione e servizi igienici, materiali sostenibili (legno, cemento anti–smog, vernici naturali).
Non sempre un’abitazione può essere sottoposta ad una totale ristrutturazione con i criteri della bioarchitettura e ancora meno spesso si può acquistare una casa off grid (autosufficiente) possiamo però almeno modificare i nostri stili di vita. Cominciamo ad alleggerire la bolletta elettrica attraverso una serie di comportamenti corretti, acquistiamo biancheria in cotone biologico o stoviglie del commercio equo, avviamo una corretta raccolta differenziata, compriamo mobili usati dai rigattieri e nei mercatini o arredamento nuovo ma in legno certificato che dura a lungo, è biodegradabile, se trattato correttamente non inquina e può essere riciclato. Mentre però molti boschi sono gestiti in modo responsabile, le grandi foreste millenarie del pianeta continuano ad essere distrutte. La deforestazione selvaggia va fermata! Chiediamo per ogni mobile l’origine del legno utilizzato, ricordandoci che esistono due certificazioni che garantiscono la provenienza controllata: Pefc (Programma per il riconoscimento di schemi nazionali di certificazione forestale) relativi a materie prime di origine europea e Fsc (Forest Stewardship Council) per le materie prime provenienti da foreste tropicali.
Pulizie verdi
Lasciamo entrare nelle nostre abitazioni aria pura, priva di sostante tossiche; deodoranti per ambienti, detersivi aggressivi, spray per pulire sono prodotti che a lungo andare ci danneggiano. La diffusione dei detergenti sintetici ha conseguenze nefaste sull’ambiente, immessi negli scarichi si mescolano con le acque dei fiumi, dei laghi, dei mari e permeano le falde acquifere.
Riscopriamo l’utilizzo della lavanda negli armadi, del bicarbonato, e dell’aceto per le pulizie, del sapone di Marsiglia e della liscivia per il bucato, dell’incenso per profumare e riappropriamoci dei luoghi nei quali viviamo rendendoli più salubri.
E quando non ne possiamo più del fai–da–te procediamo con l’acquisto di prodotti per la pulizia ad altissima biodegradabilità; un elemento importante quando si parla di prodotti ecologici è il packaging, meno ce n’è meglio è. Ottimi i detergenti alla spina con contenitori che possiamo riutilizzare più volte, iniziativa finalizzata alla riduzione delle materie prime, alla diminuzione delle emissioni di CO2 e dei rifiuti. Soluzione che offre, peraltro, un risparmio fino al 40%.
Inoltre il consumatore ha il diritto di sapere quali ingredienti compongono i detergenti che acquista, quindi etichette chiare.
La casa dei veleni
Il luogo dove ci sentiamo più al sicuro è la nostra abitazione. Ma se sapessimo quali veleni si nascondono tra le mura domestiche cambieremmo idea! L’inquinamento può essere causato dalla struttura, dai materiali da costruzione utilizzati, dalle rifiniture e dai rivestimenti, dalle attività svolte all’interno.
Formaldeide e altri composti organici volatili sono spesso presenti nei mobili, sostanze tossiche irritanti possono sprigionarsi da candele e incensi a basso costo o da profumatori per ambienti chimici o a corrente o dai detersivi usati per la pulizia (no assoluto agli spray per mobili e forni e agli insetticidi). Gli elettrodomestici emettono onde elettromagnetiche, meglio quindi tenerli lontani, no la radiosveglia a spina e il cellulare acceso per l’intera notte. Lavare ad acqua e spesso tende, coperte, copri divani e tappeti per tenere a bada acari, muffe e batteri. Lasciare all’aperto o almeno lontano dalla camera da letto gli abiti della tintoria soprattutto dopo pulitura a secco (presenza di solventi nocivi). Ventilare i locali anche in inverno e lasciar crescere in alcune stanze piante come dracena, filodendro e spatifillo, capaci notoriamente di assorbire i veleni.
E se vogliamo dare un tocco orientale dobbiamo conoscere il feng shui, antica arte cinese che prevede un insieme di pratiche di lettura e di interpretazione del paesaggio, delle forme delle costruzioni e degli spazi al fine di evitare gli influssi negativi di varia natura.
E la raccolta differenziata?
I romani differenziano correttamente solo il 37% dei loro rifiuti. Peccato perché i materiali raccolti sono recuperati e trasformati in nuove risorse o in oggetti utili per tutti. Dopo essere stato raccolto il multimateriale in vetro, plastica, alluminio (così come l’organico) viene trasportato agli impianti di selezione AMA dove, con appositi macchinari, viene separato. Infine, i materiali vengono ritirati direttamente presso gli impianti dai vari consorzi di filiera che si occupano del recupero e del riutilizzo.
di Marzia Fiordaliso