Cop28

COP28 di Dubai, perché le città dovrebbero essere protagoniste, di Simone D’Antonio – EuroPolis

La Conferenza delle Parti – COP28 che avrà luogo a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre rappresenta una delle ultime occasioni possibili per salvare il pianeta Terra dalla catastrofe. Secondo l’ultimo Emissions Gap Report pubblicato il 20 novembre dalle Nazioni Unite, le emissioni globali vanno tagliate del 42% entro il 2030 per contenere l’aumento della temperatura a 1.5 gradi Celsius entro il 2050, oppure del 28% per rimanere entro i 2 gradi Celsius fissati come obiettivo-limite dagli Accordi di Parigi.

COP28, poche le ricadute sulle politiche urbane

Il coordinamento tra i diversi livelli di governo è essenziale per centrare questo obiettivo. Le città rappresentano i luoghi in cui si concentra oltre il 70% delle emissioni su scala globale, ma anche il contesto in cui mettere in campo gli interventi più ambiziosi e efficaci. I governi locali hanno partecipato in maniera sempre più massiccia alle ultime edizioni della COP, attraverso reti e iniziative continentali e globali capaci di rimarcare il potenziale di innovazione racchiuso in politiche e strategie implementate su scala urbana.

Tuttavia, l’impatto della presenza di sindaci, assessori e attivisti urbani sui risultati finali del meeting è stato scarsissimo se non inesistente, vista la natura prevalentemente inter-governativa della conferenza. Persino soggetti continentali come l’Unione europea faticano in quel contesto a far sentire la propria voce, in un quadro negoziale dominato da blocchi e posizioni nazionali difficili da scalfire.

Le città hanno però il dovere di provarci, tentando con le armi della diplomazia urbana ad intessere relazioni costruttive con megalopoli e contesti urbani dei Sud globali che hanno strutture di governo più simili a quelle di uno stato che a quelle di un comune: tuttavia, dalle politiche adottate da Pechino, Nuova Delhi e Lagos, solo per citarne alcune, dipende il futuro della lotta alle emissioni globali.

Strategie locali di attuazione degli SDGs

Iniziative come il COP28 Local Action Summit, organizzato dalla presidenza del summit e da Bloomberg Philantropies per riconoscere il ruolo decisivo svolto dai contesti locali per ridurre le emissioni, vanno decisamente in questo senso. Ma non sono abbastanza. Incorporare il punto di vista delle città in quello espresso dalle delegazioni nazionali rappresenta la sfida principale per sensibilizzare i veri protagonisti del negoziato sulla capacità effettiva dei contesti urbani di mettere in pratica il cambiamento.

Le strategie locali di attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile rimarcati dall’Agenda 2030 sono un esempio interessante in questo senso: città come Tallinn, Dakar e Medellin hanno guidato a livello nazionale e continentale gli sforzi per un maggiore protagonismo delle città attraverso interventi che coniugano la dimensione ambientale a quella economica e sociale.

Decarbonizzazione e sostenibilità, il ruolo delle città

Guidare il dibattito sulla riduzione delle emissioni dando l’esempio su azioni e strategie concrete da mettere in campo è stato il mantra espresso negli ultimi anni dalle città coinvolte nel dibattito sui temi della COP28, ma ciò non basta più. In numerose città europee e mondiali che hanno guidato negli ultimi anni gli sforzi per la decarbonizzazione e la sostenibilità c’è bisogno innanzitutto di consolidare gli sforzi compiuti finora, difendendo l’applicazione di politiche come la promozione della ciclabilità messe in pericolo da forze politiche scettiche o addirittura negazioniste dell’emergenza climatica.

Fare rete per ottenere a tutti i livelli, dai Nord ai Sud del mondo, strumenti finanziari per mettere in campo politiche ambiziose per contrastare povertà energetica e emissioni nocive è il passo successivo sui cui un’alleanza mondiale di città può impegnarsi per giocare un ruolo importante nei negoziati di oggi e del futuro. Destinare alle città una parte significativa di fondi e compensazioni richieste dai paesi dei Sud del mondo ai paesi più industrializzati può essere parte della soluzione per favorire l’attuazione di interventi concreti nei centri urbani, responsabilizzando al contempo i livelli amministrativi più vicini rispetto alle esigenze dei cittadini.

Simone D’Antonio, Lead Expert URBACT