eco-isole a Torino

Corvi a caccia di topi: il problema delle eco-isole a Torino

Nelle ultime ore stanno circolando sul web delle foto che hanno lasciato davvero tutti di stucco. Si tratta di corvi a caccia di topi in centro città. Questo accade in pieno giorno a San Salvario, quartiere storico di Torino. In realtà non è la prima volta che succede una cosa del genere nel capoluogo piemontese, infatti già da qualche anno arrivano molte lamentele al Comune per il malfunzionamento delle eco-isole per lo smaltimento rifiuti.

In molti quartieri di Torino servirebbero più cestini e maggiori passaggi di pulizia, ma allo stesso tempo anche più multe per i cittadini che non rispettano l’ambiente. Attualmente le eco-isole sono 72, per un totale di 288 contenitori informatizzati. Le tessere distribuite ai residenti sono 6mila e solo loro possono accedere a questo servizio per buttare la spazzatura. Eppure qualcosa non va.

Eco-isole a Torino: perché non funzionano

Qual è allora il problema delle eco-isole? I cassonetti con tessera magnetica non permettono dei controlli precisi per capire chi fa realmente la raccolta differenziata e chi invece lascia sacchi di immondizia per strada. Questo perché le isole ecologiche fanno riferimento a dei gruppi di almeno cinque condomini e quindi capire chi sia stato ad infrangere le regole è praticamente impossibile.

Senza dimenticare che alcuni cittadini sono senza tessera magnetica in quanto non registrati e quindi impossibilitati ad accedere al servizio. Tra questi giovani costretti a pagare l’affitto in nero e che perciò non risultano tra i residenti di un determinato quartiere. Non potendo utilizzare i cassonetti smart, sono “obbligati” ad abbandonarli dove capita. Possono invece ricevere la tessera le persone straniere che sono in attesa di regolarizzazione.

Il consiglio di chi vive a Torino è quello di cambiare le regole, visto che in altre città come Napoli, Firenze, GenovaBologna e presto anche Roma il servizio sta funzionando meglio.