Il cibo che decidiamo di acquistare, la filiera di produzione (dal campo alla tavola), i modi e i luoghi in cui viene consumato e la sua distribuzione squilibrata nel mondo incidono sul nostro benessere, su quello di chi lo produce e sull’ambiente.
Il Barilla Center for Food and Nutrition ha ideato una nuova piramide “ambientale” capovolta dove il cibo è posizionato secondo la sua impronta ecologica: frutta e verdura si trovano nella parte bassa (minimo impatto) e le proteine animali in alto (massimo impatto).
Gli alimenti che secondo i nutrizionisti dovrebbero essere più presenti nelle nostre diete sono proprio quelli che determinano minori emissioni di CO2 e minor consumo di acqua ma anche quelli che sfruttano meno gli animali e il territorio.
Da non sottovalutare sono i contesti culturali e sociali nei quali si vive che non dovrebbero incidere sull’alimentazione, eppure le ingiustizie, anche nelle grandi città, sono all’ordine del giorno: nelle mense scolastiche si spreca cibo mentre quegli stessi bambini, talvolta, non hanno quasi nulla per cena; i ristoranti e i supermercati gettano nei rifiuti cibo recuperabile e buono per chi non può permetterselo.
A Roma la possibilità di nutrirsi in maniera sana e naturale è, oggi, un fatto concreto. I consumatori, che hanno a cuore il proprio benessere, muovono concrete richieste ad esercenti e ristoratori ormai da anni.
Se decidessimo di portare a casa verdure prive di anticrittogamici, uova prodotte da galline che scorrazzano per l’aia, acquistare miele bio insieme ad un gruppo di amici o bere un vino prodotto nei territori sottratti alla mafia, ebbene non avremmo problemi.
Un buon numero di ristoranti propone un menu senza pesticidi, altri sono vegetariani al 100% e cresce il numero dei locali vegani dove non si usa nessun derivato animale; si affacciano sulla scena della ristorazione i raw, ovvero cibi crudi o quasi nel piatto per non perdere le proprietà nutritive così come avviene durante la cottura.
Il cibo biologico stuzzica, sempre di più, l’appetito delle persone salutiste ma incuriosisce anche coloro che sono attratti da un menu diverso dal solito e dalla garanzia di un pasto senza veleni nel piatto. I prodotti bio provengono da un’agricoltura che esclude l’utilizzo di elementi chimici di sintesi, una sorta di ritorno al passato quando nelle campagne l’unico concime possibile era quello…naturale, riavvicinando così il consumatore, anche a livello spirituale, alla madre terra.
Non lasciamo che siano gli altri a decidere per la nostra salute.
Maggiori informazioni sul sito dell’AIAB – Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica: www.aiab.it.
di Marzia Fiordaliso