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Crisi climatica: come procedono gli impegni presi alla Cop26?

La scorsa settimana a Copenhagen, si sono riuniti i vari ministri dell’Ambiente per fare il punto su come e se si stanno attuando gli impegni che, a novembre scorso, si sono presi alla Cop26 di Glasgow, per quanto riguarda il clima. In più si è già cominciato a preparare il prossimo appuntamento con la Cop27, che questa volta si terrà a Sharm El-Sheikh in Egitto (sempre nel mese di novembre). L’inviato rappresentante dell’Italia l’ambasciatore Alessandro Modiano ha detto sulla conferenza:

Abbiamo discusso di adattamento, mitigazione, riduzione delle emissioni e finanza climatica. L’obiettivo era soprattutto mantenere alta l’attenzione dei governi sugli impegni presi alla Cop26.

Quali sono gli impegni presi alla Cop26

Durante la conferenza Cop26 dello scorso novembre, più di 40 paesi hanno firmato un accordo per ridurre l’uso di carbone nella produzione di energia. Il documento firmato racchiude quindi i passi principali da compiere, per effettuare la transizione dal carbone alle energie pulite. Di fatto impegna i vari paesi a cancellare tutti gli investimenti per l’apertura di nuovi impianti a carbone per la produzione di energia. Il passo principale è l’uscita graduale dal carbone entro il 2030 per le principali economie, il resto del mondo invece ha tempo fino al 2040 .

Chi c’era alla conferenza di Copenhagen

L’incontro conferenza con i paesi protagonisti della Cop26, era organizzato dalla Danimarca, dal presidente della Cop26 di Glasgow Alok Sharma, e da quello della Cop27 di Sharm, il ministro egiziano degli Esteri Sameh Shoukry. Ma quali erano i paesi presenti alla riunione? C’erano i rappresentanti di 35 paesi, la maggior parte dei quali dell’Occidente, dell’Africa e dei paesi insulari. Inoltre era presente una delegazione tecnica degli Stati Uniti. Non erano presenti India e Turchia, mentre il Brasile ha inviato un video del ministro dell’Ambiente. La Russia assente perché non invitata.

Gli effetti della guerra in Ucraina

Alla conferenza si è posta l’attenzione anche sulla situazione attuale che vede l’Ucraina in guerra e che comporta delle conseguenze per quanto riguarda gli sforzi che si stanno facendo per la decarbonizzazione. Di fatto la guerra spinge più rapidamente verso la transizione ecologica. Si conferma infatti la tendenza a trovare nuove fonti di approvvigionamento di gas.