Chiudono anche i rivenditori di piazza delle Cure e Puccini a Firenze, una crisi delle edicole senza pari che coinvolge l’Italia tutta. L’abitudine di prendere il caffè seduti al bar mentre si legge un quotidiano o una rivista sembra destinata a scomparire. Le news online sembra non stiano lasciando scampo ai giornali.
L’Amministrazione comunale del capoluogo toscano sta attuando un ampio piano di riqualificazione del commercio su aree pubbliche, mirando a sostenere le rivendite di giornali e a ridefinire la presenza dei chioschi in città, incluso l’apertura di attività nuove di zecca anche in parchi e giardini pubblici.
Crisi delle edicole, le regole a Firenze
Per contrastare la crisi e impedire la loro trasformazione in rivendite di souvenir, il Comune ha stabilito regole riguardanti la percentuale di spazio dedicata alla vendita di giornali e prodotti editoriali (70%) rispetto ad altri beni espressamente indicati e comunque non alimentari (30%).
Oltre a disciplinare le edicole, il piano prevede una ricognizione dei luoghi idonei per la presenza di chioschi, sia per la vendita di prodotti alimentari sia per beni non alimentari. Previsto anche un sistema di sospensioni per coloro che non rispettano le indicazioni che potrebbe portare alla decadenza della concessione di suolo pubblico per le edicole in area Unesco.
I dati nazionali sulla chiusura delle edicole
Secondo i dati riportati dal sito SNAG – Sindacato nazionale autonomo giornalai, oltre 2.000 Comuni sono ormai privi di una rivendita di giornali e altrettanto a rischio desertificazione. Quando chiude un’edicola lascia vuoto e desolazione, perché, in special modo nei piccoli centri, può diventare luogo di ritrovo per uno scambio di chiacchiere e saluti. Un’edicola che chiude raramente risorge, il più delle volte è per sempre anche perché non esiste ricambio generazionale: i giovani non vogliono diventare edicolanti, un lavoro duro con un guadagno ormai esiguo.
Dal 2018 si è registrata una riduzione del 26% dei punti vendita esclusivi: nel corso degli ultimi cinque anni hanno chiuso più di 4000 edicole. Oggi sono poco più di 11.000 e, di queste, quasi la metà svolge ulteriori attività rispetto alla vendita di quotidiani e periodici che resta comunque prevalente.