Sarò visitabile dal 27 giugno 2024 al 13 gennaio 2025, a Torino, la mostra Change! dedicata al fiume Po e ai cambiamenti climatici. Un racconto visivo sviluppato nell’interazione tra grande pittura e fotografia, illustrazione e infografica capaci di narrare il paesaggio italiano nella sua complessità e articolazione, dalle Alpi al mare. Il progetto punta l’attenzione sul tema dell’acqua e in particolare sul Grande Fiume da sempre via di comunicazione ma anche supporto essenziale per le attività agricole e industriali ed esplora le conseguenze e le soluzioni messe in atto sul territorio dai diversi enti di ricerca e di tutela del Po.
Il progetto nasce in dialogo con l’Assessorato alla Cura della città, Verde Pubblico e sponde fluviali della Città di Torino e dalla collaborazione tra Palazzo Madama e fondamentali partner nazionali, da sempre impegnati sui temi della conservazione e tutela ambientale, in primis l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (ABDPO) e l’Agenzia Interregionale per il fiume Po (A.I.Po) insieme alle Riserve della Biosfera del Po, oggi unite nella Riserva MaB UNESCO Po Grande. Accanto a essi gli interpreti torinesi, dal Politecnico di Torino all’Università degli Studi di Torino, allo European Research Institute che quotidianamente portano avanti la ricerca e lo studio del Po e dell’acqua in generale da prospettive disciplinari diverse, e con la media partnership di Rai Radio3.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici sul fiume Po e su tutto l’ecosistema
La mostra allestita a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica in piazza Castello a Torino ha l’obiettivo di descrivere gli effetti del climate change che porta conseguenze non solo al Po che qui diviene simbolo ma a tutto il pianeta; offre occasioni di riflessione sulla crisi e sui possibili scenari di adattamento ad essa, ma anche di esortazione all’azione e alla presa di coscienza.
Di fronte a queste nuove sfide sono necessarie nuove soluzioni: la mitigazione e l’adattamento devono prevedere non solo azioni che contribuiscano a ridurre la vulnerabilità degli esseri umani agli impatti attuali dei cambiamenti climatici, come i fenomeni meteorologici estremi e l’innalzamento del livello del mare ma anche nuovi protocolli agricoli che garantiscano la sicurezza alimentare e suppliscano alla perdita di biodiversità, nonché la produzione e l’approvvigionamento di energia da fonti alternative a quelle esistenti, ponendo nuove basi per una più equilibrata relazione fra uomo e natura.
©Photo Marco Barretta/Adaptation.it