Si allarga il fronte del NO tra le località scelte per ospitare i depositi di scorie nucleari indicati nella Carta nazionale delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie radioattive. Dopo la ferma opposizione della Sardegna, intervenuta per voce del governatore Christian Solinas, un netto rifiuto è arrivato anche dalla Basilicata e dal Lazio, oltre a vari altri Comuni coinvolti nella Cnai.
La redazione della Cnai ha inasprito nuovamente i rapporti tra il Governo e gli enti locali in merito al deposito per le scorie radioattive italiane, reso obbligatorio dall’Unione Europea. Alle già citate Sardegna e Basilicata si sono aggiunti i sindaci dei Comuni della Provincia di Alessandria e di quella di Trapani oltre a quello di Altamura. Di particolare effetto è però il no arrivato da Francesco Rocca, a capo della Regione Lazio. Malgrado la sua elezione grazie al supporto del Centro-Destra, il governatore laziale ha rivolto questo invito ai sindaci della sua Regione:
Mi auguro che nessun sindaco del Lazio candidi il proprio Comune a ospitare il deposito.
La posizione contraria del governatore del Lazio ha fatto rumore non soltanto in relazione alla composizione della sua maggioranza. La Regione di Rocca è anche quella con il maggior numero di siti ritenuti idonei per il deposito, 21 su 51 totali.
Depositi di scorie nucleari, i prossimi passi
Il riferimento di Rocca a possibili candidature dei Comuni del Lazio è al fatto che, per quanto riguarda i prossimi passi, la palla è ora nelle mani dei sindaci coinvolti. Ognuno di loro ha trenta giorni di tempo, dalla pubblicazione della Cnai, per candidarsi a ospitare il deposito di scorie nucleari italiano. A beneficio dell’ente locale, oltre a milioni di fondi pubblici, anche una spinta per l’occupazione con oltre 4mila occupati nel cantiere di realizzazione e circa mille nella futura gestione della struttura.
Il crescente numero di sindaci e governatori contrari alla realizzazione del deposito di scorie nucleari nel loro territorio rischia però di complicare i piani del Governo Meloni. Come ribadito nei giorni scorsi dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin l’obiettivo è quello di arrivare a realizzare il sito di stoccaggio entro la fine della legislatura.
Il fronte del NO in Basilicata cresce e sembra pronto a opporsi come già fatto nel 2003 con l’allora Presidente del Consiglio Berlusconi. Dura la risposta anche dei Comuni della Tuscia, che hanno ribadito senza mezzi termini la loro posizione contraria:
La Provincia di Viterbo non è la terra di nessuno. Non può essere utilizzata a piacimento per parcheggiare qui rifiuti di ogni genere, da quelli ordinari della capitale a quelli nucleari nazionali.
Uno spiraglio è arrivato però dalla Provincia di Alessandria, dove il sindaco di Trino ha deciso di candidare il suo territorio. Immediata la formazione di un comitato del NO, pronto a dare battaglia per evitare l’arrivo della scorie radioattive nazionali.