EuroPolis – Le città e gli SDGs: una sfida per le amministrazioni europee e globali, di Simone D’Antonio

La COP26 ha lasciato di nuovo le città tristemente ai margini della discussione sulle possibili strategie di contrasto al cambiamento climatico, sebbene siano proprio i centri urbani i luoghi in cui si concentrano oltre i due terzi delle emissioni di CO2. Nonostante il coinvolgimento dei governi locali nei negoziati sul clima sia ancora relativo, soprattutto per quanto riguarda le città dei Sud del mondo, il dibattito sull’attuazione locale dei Sustainable Development Goals rappresenta uno degli elementi di maggiore vivacità per l’eterogeneità dei contributi e delle strategie che vedono l’impegno diretto delle città.

L’edizione appena conclusa della Smart City Week Expo di Barcellona ha rappresentato l’occasione per collegare i temi dell’attuazione locale degli SDGs alle politiche smart di città europee e sudamericane, che da tempo collaborano nel quadro di UCLG (l’organizzazione globale che raggruppa associazioni e reti di città) con azioni di formazione ed empowerment civico.
La sfida è quella di sviluppare dei piani integrati che consentano alle amministrazioni di rendere più efficace l’impegno non solo sull’obiettivo 11, dedicato alle città e alle comunità sostenibili, ma in maniera trasversale a tutti gli altri SDGs. Barcellona ha fatto da apripista, con una serie di politiche che a partire dal centro nevralgico della Catalogna hanno coinvolto gradualmente una serie di città medio-grandi della sua provincia, rendendo coerenti gli interventi che vanno dalla parte di governance fino a quella puramente infrastrutturale. Un vero e proprio esercizio collaborativo, che ha coinvolto anche la cittadinanza e gli attori dinamici del territorio nell’individuare punti d’azione che diventano automaticamente un modo per fare educazione diffusa alla sostenibilità urbana.

A questi temi il programma URBACT ha dedicato una rete chiamata Global Goals for Cities, guidata da Tallinn, che accompagna l’azione di 18 città impegnate nella predisposizione di piani locali per l’attuazione trasversale degli SDGs. Da tempo attiva su questi temi, Reggio Emilia rappresenta l’Italia nel network con una strategia urbana che permea l’intera azione dell’amministrazione locale, con un focus particolare sulla connessione con le politiche educative. L’esperienza della città emiliana non rappresenta l’unica in questo senso nel nostro paese: città come Modena, Forlì, Reggio Calabria dimostrano quanto da nord a sud le città medie e i livelli metropolitani rappresentino quelli più attivi nell’unire pianificazione su medio-lungo periodo e attenzione agli SDGs.

Dal nazionale al globale, fare rete tra città può essere sicuramente una soluzione per realizzare interventi diffusi ma anche favorire una cultura della pianificazione sostenibile nelle pubbliche amministrazioni. Una necessità espressa in maniera forte anche da attori urbani come Quito e Montevideo, da tempo leader in America Latina per la realizzazione di strategie sugli SDGs. Queste città sono tra le promotrici di un’azione globale che passando dall’Italia e dalla Spagna punta a favorire l’impegno diretto di sindaci e comunità, soprattutto in vista della revisione dei target climatici posti a livello globale.

di Simone D’Antonio, giornalista urbano, responsabile Anci/Urbact

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