Gentilezza e sostenibilità per artigiani volenterosi, di Irene Ivoi

In passato ho avuto diverse occasioni di scambio e confronto sull’approccio alla sostenibilità da parte di artigiani creativi e designer autoproduttori.

E cosa ho riscontrato?

Salvo casi in cui l’ispirazione progettuale era a monte nel perimetro cosiddetto green  (per scelta di materiali, o fornitori, o usi e consumi misurati, target prescelto, ecc), nella maggior parte dei casi questa categoria di produttori non brilla per atteggiamento critico o autoriflessivo intorno a questi temi.

Eppure aldilà delle loro percezioni individuali, io penso che anche il loro “fare” tailor made possa essere migliorabile sul piano ambientale.

Queste scelte, non rimandabili più per alcuno, in sostanza toccano anche loro.

Ecco perché ho accolto con gioia da parte di Artigianato&Palazzo, nota manifestazione fiorentina di promozione dell’artigianato storico e di qualità, la richiesta mesi fa di immaginare una linea guida con lo specifico intento di raccontare quanto possono fare per essere meno impattanti.

I luoghi dell’esposizione

L’output, presentato il 18 settembre a Firenze, si chiama “Gentilezza e sostenibilità” ed è disponibile in rete. Esso arricchisce così i contenuti di quest’edizione della manifestazione e resta ad appannaggio di tutti, munito anche di un piccolo glossario. Descrive in modo sintetico quali scelte un artigiano può compiere: ci sono quindi idee su cosa fare nel proprio laboratorio dall’individuazione del distributore energetico, agli arredi, attrezzature e come selezionare i propri fornitori, fino poi a suggerire materiali anche alternativi da impiegare per la propria creatività, come invitare ad una manutenzione corretta, come comunicare verso l’esterno facendo attenzione al digitale che non è privo di impatti sull’ambiente, come orientarsi quando serve scegliere un imballaggio (tema dolentissimo e sempre attuale) e anche che logistica preferire.

Una piccola SUMMA quindi che con leggerezza introduce gli artigiani a un nuovo alfabeto. Ed è un format gentile perché non obbligato ma capace di suscitare delle domande, delle nuove riflessioni lasciando poi a ciascuno la libertà di accoglierle e interpretarle.

In questa prima fase per scelta non sono espressi saperi verticali, che richiedono competenze tecniche per materiali, bensì solo consigli orizzontali con la promessa di offrire approfondimenti e suggestioni più generosi nel 2022.

Irene Ivoi, Ecodesigner

Qui l’ultimo articolo di Irene Ivoi “EcoDesign – Altro che birra…. sedie e banconi da bar!