“L’Omnia in Mensura et in Numero et in Pondere” sia base per governare PNRR e Transizione, di Walter Ganapini

Il nostro Paese, allo stremo sui versanti sociale, economico, istituzionale, ripone la speranza di risollevarsi in un flusso di risorse europee che dovrebbe alimentare la realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e concretizzare la Transizione verso un nuovo modello di produzione, consumo e vita improntato alla sostenibilità dello sviluppo.

I potenti interessi fossili messi in discussione per il loro enorme contributo al riscaldamento globale mostrano tetragona resistività alla urgente ed imprescindibile decarbonizzazione di economia, finanza e società.

Con gli strumenti a loro disposizione, dal controllo geostrategico dei flussi di risorse a quello dei canali di comunicazione di massa propalatori di greenwashing, essi perseguono l’obiettivo di frenare le scelte obbligate sintetizzate dalle Nazioni Unite nella Agenda 2030, mobilitando risme di ‘negazionisti’ per garantirsi inactivism dalla scala istituzionale a quella sociale a tutela dei loro enormi profitti e per ‘anestetizzare’ possibili reazioni alla crescita spaventosa di povertà e disuguaglianze che il loro modello di sviluppo genera.

In Italia vediamo quotidiane campagne di ‘distrazione di massa’, dal nucleare al Ponte sullo Stretto, per confondere e sopire dibattito ed impegno di cambiamento.

Con pazienza e costanza ci compete di opporre a tale strategia iniziative generative concrete che modifichino i comportamenti di persone, comunità, imprese verso la vera Transizione.

A livello istituzionale, oltre agli argomenti relativi alla semplificazione di ‘lacci e lacciuoli’ ed al rispetto di priorità imposte dal Green Deal UE, deve preoccuparci la tradizionale carenza del Sistema Italia in materia di cultura della valutazione e di analisi di progetto in logica processuale per la verifica ed eventuale rettifica delle azioni in corso d’opera.

Poiché nessun problema è gestibile se non se ne conoscono le componenti fondamentali, occorre una sistemazione organica integrata di tutte le conoscenze in rigorosa attività di monitoraggio con valenza di assessment delle politiche, dei progetti che si vanno ad intraprendere, degli strumenti di policy e normativi, degli organi e delle procedure dell’Amministrazione.

Per questo ripropongo il noto “Omnia in Mensura et in Numero et in Pondere” come base per governare il PNRR e conseguire gli obiettivi attesi della Transizione: fortunatamente abbiamo uno strumento efficace come l’ISTAT, al riguardo.

Il suo annuale Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs) offre le misure statistiche utili al monitoraggio dell’Agenda 2030 per il nostro Paese, accompagnato da una dashboard che permette la navigazione interattiva degli indicatori, oltre alla diffusione dei file di dati e metadati riferiti alle misure statistiche (documentazione interamente disponibile on-line all’indirizzo https://www.istat.it/it/benessere-e-sostenibilità/obiettivi-di-sviluppo-sostenibile).

Sintetizziamo per alcuni Obiettivi di Sviluppo Sostenibile lo stato di avanzamento nazionale descritto da ISTAT, per riportare focus e attenzione sulle vere priorità strategiche italiane:

Obiettivo 6 – Acqua Pulita e Servizi Igienico Sanitari

Con 153 m3 annui/abitante nel 2018, l’Italia occupa il secondo posto nella graduatoria europea del prelievo da corpi idrici superficiali e sotterranei per scopi idropotabili.

L’Italia è tra i Paesi europei dell’area mediterranea che utilizzano maggiormente acque sotterranee, sorgenti e pozzi; queste rappresentano la risorsa più importante di acqua dolce per l’uso idropotabile sul territorio italiano (l’84,8% del totale prelevato). Nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile sono erogati 215 litri/abitante x giorno nel 2018, circa 5 litri in meno rispetto al 2015: il volume erogato pro capite aumenta al crescere della popolazione residente e nei territori in cui si ha una maggiore concentrazione di usi extra residenziali. Nei comuni capoluogo di provincia si erogano 237 litri/abitante x giorno, 22 litri in più rispetto al dato medio nazionale.

L’efficienza delle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile è in costante peggioramento dal 2008: la quota dell’acqua immessa che arriva agli utenti finali è pari al 58,0% nel 2018 (0,6 punti percentuali in meno rispetto al 2015), con situazioni più critiche concentrate soprattutto nelle regioni del Centro e del Mezzogiorno: nel 2019 sono state adottate misure di razionamento dell’acqua in 9 comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, tutti ubicati nel Mezzogiorno. Rispetto all’anno precedente, il numero di comuni interessati da misure di razionamento si è ridotto e risultano più che dimezzati i giorni interessati da interventi di emergenza per assicurare la distribuzione dell’acqua ai cittadini.

Stabile la quota di famiglie che lamentano irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua nella propria abitazione: 8,9% nel 2020 (8,6% nel 2019); rimane elevata la quota di famiglie che dichiarano di non fidarsi a bere l’acqua di rubinetto (28,4% nel 2020), nonostante il leggero calo rispetto all’anno precedente (29,0%).

Obiettivo 11 – Città e Comunità Sostenibili

Più di un quarto dei residenti in Italia reputano insoddisfacente la qualità delle abitazioni in cui vivono: nel 2019, il numero delle persone che vivono in abitazioni sovraffollate continua ad aumentare, raggiungendo il 28,3%, la percentuale più alta registrata negli ultimi 10 anni. La quota delle persone che lamentano problemi relativi alle carenze strutturali e di umidità è pari al 14,0% e quella delle persone che vivono in abitazioni con problemi di rumore causato dai vicini o proveniente dalla strada è pari all’11,9%.                                                                                          Il 30,2% delle famiglie dichiara, nel 2020, di avere molta o abbastanza difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici di trasporto nella zona in cui risiede, con una riduzione rispetto all’anno precedente (33,5%).

Permangono le criticità connesse alla gestione e all’uso del suolo: l’indice di impermeabilizzazione e di consumo di suolo pro capite aumenta per il quinto anno consecutivo, risultando pari a 355 m2 per abitante nel 2019 (353 nel 2018). Nel 2019 prosegue la diminuzione della quota di rifiuti urbani conferiti in discarica, che scende dal 21,5% al 20,9%; aumentano i volumi di rifiuti urbani raccolti per abitante, che superano i 500 Kg.

I livelli di inquinamento atmosferico continuano a ridursi, ma a ritmo sempre più lento, e con valori che rimangono, nel 2019, superiori alla media UE27: la mobilità sostenibile è un tema centrale per la riqualificazione urbana.

Nel 2020, il 30,2% delle famiglie lamenta difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici di trasporto nella zona di residenza: i dati mostrano un miglioramento rispetto al 2019 (33,5%), ma sono stabili rispetto al trend osservato nell’ultimo decennio (29,5% nel 2010): confermate le differenze tra Nord (25,9%) e Mezzogiorno (36,4%); in particolare, in Campania la difficoltà di collegamento con mezzi di trasporto pubblici è denunciata da più della metà delle famiglie (51,8%).

La cura del territorio nel rispetto delle funzionalità ecologiche è alla base della prevenzione dai rischi da disastri e del contrasto del dissesto idrogeologico: nel 2019 l’indice di consumo e impermeabilizzazione di suolo pro capite registra un ulteriore aumento a 355 m2/abitante.

La copertura del suolo da costruito edificato in assenza di una pianificazione urbana mette particolarmente a rischio la tenuta e la sicurezza del territorio: si stima che nel 2020 il fenomeno dell’abusivismo edilizio in Italia si traduca in 17,7 costruzioni abusive ogni cento autorizzate. L’inquinamento atmosferico, uno dei principali rischi per la salute umana, vede livelli di esposizione della popolazione urbana all’inquinamento atmosferico da particolato nel 2019 con una riduzione sia per il PM2,5, che passa a 15,1 microgrammi per m3 (µg/m3 ) dai 16,0 µg/m3 del 2018, sia per il PM10, che dai 26,1 µg/m3 del 2018 scende a 25,5 µg/m3 nel 2019, valori che , sebbene in costante riduzione negli ultimi cinque anni, si mantengono comunque significativamente superiori a quelli di riferimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: nei comuni capoluogo di provincia/città metropolitana i superamenti del valore limite giornaliero per il PM10 hanno mostrato tra il 2018 e il 2019 un miglioramento in 39 capoluoghi di provincia su 109.

Obiettivo 13 – Lotta contro il Cambiamento Climatico

Nel 2019, in Italia, le emissioni di gas serra sono ridotte del 2,8% rispetto all’anno precedente e si conferma la tendenza al disaccoppiamento nella relazione tra dinamica delle emissioni delle attività produttive e Pil.                        Nel 2019, le anomalie di temperatura media sulla terraferma registrano, rispetto ai valori medi del periodo 1961-1990, un incremento di 1,28°C a livello globale e di 1,56°C in Italia; sempre nel 2019, la superficie forestale (boscata e non boscata) andata a fuoco è di 1,2 per 1.000 km2 , con valori più elevati nel Mezzogiorno.

La Rete Sismica Nazionale ha registrato nel 2019 un livello minimo di 11 terremoti con magnitudo uguale o superiore a 4 e inferiori a 4,9. Nel 2020 in Italia 22,57 abitanti per km2 sono esposti in aree a rischio di alluvioni: nello stesso anno la preoccupazione delle famiglie per i cambiamenti climatici diminuisce dell’1%.                              Nei comuni capoluogo di provincia, l’incremento delle temperature è ancor più rilevante e si riflette sulle condizioni di vivibilità e sulla salute della popolazione: indici di eventi estremi climatici, quali il numero di giorni estivi e di notti tropicali, sono in aumento in tutte le città. I cambiamenti climatici hanno impatto anche sul regime di precipitazione, con aumento di eventi meteorologici estremi, riduzione del numero di giorni senza pioggia e dei conseguenti fattori di rischio, con perdite e danni per i sistemi antropici e naturali.

Oltre ad esigere da parte dell’Amministrazione una costante rendicontazione circa le azioni  intraprese con risorse PNRR, è fondamentale che persone, comunità e imprese siano sempre più responsabili ed attive, valorizzando la strumentazione che l’innovazione tecnologica e l’approccio ‘Citizen Science’ rendono oggi disponibili.

di Walter Ganapini, membro onorario Comitato scientifico dell’Agenzia Europea dell’Ambiente

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