Piano di rilancio per l’olivicoltura Toscana

Quest’anno la raccolta delle olive in Toscana non è stata eccezionale dal punto di vista quantitativo. Tra le cause ci sono senza dubbio i cambiamenti climatici, ma anche la debolezza del sistema irriguo e il rischio falsificazione. Per questi motivi la regione si sta attivando con un piano di rilancio di tutto il settore dell’olivicoltura in Toscana, attuato proprio per contrastare i punti deboli del settore olivicolo.

Il calo della raccolta delle olive è stato determinante per la campagna olivicola che ha registrato circa il 50% in meno di produzione di olio (90-100 mila quintali).

All’olio certificato invece è andata meglio, perché ha subito una riduzione inferiore, attorno al 30%. L’olio certificato toscano sta infatti riscuotendo successo, soprattutto tra i produttori che hanno colto l’importanza della certificazione al fine di valorizzare ulteriormente il brand “Toscana”.

Qual’è il piano di rilancio per l’olivicoltura in Toscana

La regione è quindi consapevole dei problemi che sta attraversando il settore olivicolo; per questo motivo da un anno e mezzo ha avviato un piano di rilancio che abbraccia l’intera filiera, dal vivaista alla tavola. Anche i problemi legati ad una cattiva irrigazione sono all’ordine del giorno, per questo si stanno già apportando delle ottimizzazioni.

Nel piano di rilancio rientra anche la volontà della regione di attuare una campagna di informazione rivolta agli operatori del settore, affinché possano conoscere tutte le modalità per accedere ai fondi Pnrr; contratti di filiera per irrobustire la meccanizzazione della raccolta e l’ammodernamento dei frantoi. La regione ha anche avviato iniziative per incentivare i giovani ad intraprendere i lavori legati al settore dell’olivicoltura.