Tarassaco fiore

Tarassaco: proprietà, benefici, controindicazioni

Il tarassaco è una pianta officinale. Le sue proprietà curative sono molto apprezzate, con benefici riguardanti varie parti del corpo e organi interni. È anche noto con il termine scientifico Taraxacum officinalae o coi più comuni “dente di leone” o “stella gialla”.

Si tratta di una pianta a fiore che appartiene alla famiglia della Asteraceae. Cresce in diverse zone dell’Italia e il suo habitat naturale sono i prati. Tuttavia non è raro trovarlo lungo i bordi delle strade, anche nelle maggiori città, o persino nelle zone alpine (purché al di sotto dei 2000 metri d’altezza).

Caratteristiche

Il tarassaco comune è una pianta il cui fusto raggiunge un’altezza compresa tra i 3 e i 9 centimetri. Le foglie sono uno dei suoi tratti distintivi. La loro forma è lunga, lanceolata e dai bordi dentati.

Alla sommità del tarassaco si sviluppa un fiore di colore giallo intenso, che ha come caratteristica principale quella di chiudersi al tramonto per poi riaprirsi all’alba del mattino seguente. Terminato il periodo di fioritura l’inflorescenza viene sostituita da una nuova di semi (acheni), che liberandosi nell’aria contribuiscono a incrementarne la diffusione.

Proprio questa nuvola è protagonista di un gioco molto comune tra i più piccoli e anche tra gli adulti. Scopo della “sfida” è quello di riuscire a far volare via dal fusto tutti gli acheni con un soffio soltanto.

Tarassaco acheni

Tarassaco: proprietà

Le proprietà del tarassaco sono note già dal medioevo e come anticipato possono interessare diverse aree del corpo. Uno dei benefici più conosciuti è però quello che coinvolge l’apparato urinario e cardiovascolare. A questa pianta officinale viene attribuito un importante effetto diuretico, merito dell’elevata presenza di potassio nelle sue radici e all’interno delle foglie. Contribuisce così a contrastare la ritenzione idrica e a mantenere pulite le vie urinarie.

A beneficio dell’apparato cardiovascolare troviamo anche la capacità del tarassaco la rimozione del colesterolo in eccesso presente nel fegato. Effetto particolarmente vantaggioso per ridurre il rischio di ictus, infarto e di ostruzioni ai vasi sanguigni.

Altri benefici del tarassaco

Lo stesso fegato e i reni sono interessati da un’azione decongestionante e detox. Flavonoidi, vitamine (A, B, C e D) e calcio sono elementi essenziali nel garantire a questa pianta officinale dei benefici antinfiammatori. Stimola inoltre l’attività pancreatica e la secrezione di bile. Viene ritenuta in possesso anche di un’azione immunologica a beneficio delle difese immunitarie.

Quali sono le controindicazioni del tarassaco?

Il consumo di tarassaco è generalmente ben tollerato e quindi non desta particolari preoccupazioni. Esistono tuttavia alcune importanti controindicazioni da tenere a mente, onde evitare spiacevoli effetti collaterali. Vediamo quali sono.

Per quanto riguarda le controindicazioni del tarassaco è senz’altro da sottolineare l’acidità di stomaco. È quindi sconsigliata per quelle persone che accusano spesso questo disturbo sono soggetti a irritazione della mucosa gastrica.

Inevitabile quindi che questa pianta risulti controindicata per chi soffre di gastrite o anche di ulcera peptica. Non sorprende perciò che tra le persone che dovrebbero evitare questo rimedio naturale figurano coloro che soffrono di reflusso gastroesofageo.

Meglio evitarne il consumo anche se si è soggetti a occlusione dei tratti biliari oppure in caso di allergia ai lattoni sesquiterpenici. Da valutare è anche l’eventuale assunzione di determinati farmaci.

Nello specifico parliamo dei FANS o Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei. L’assunzione di paracetamolo o aspirina può irritare le mucose gastriche, azione intensificata dall’ingestione di tarassaco. Attenzione infine all’utilizzo di questa pianta come integratore di potassio, in quanto l’elevata presenza nelle radici e nelle foglie potrebbe spingere ben oltre il fabbisogno giornaliero.

Tarassaco foglie

Come si mangia il tarassaco?

Diciamo che in generale tutte le parti del tarassaco possono essere utilizzate per sfruttarne le proprietà benefiche e curative. In primis le foglie, che possono essere consumate fresche come insalata purché prelevate prima della comparsa dei fiori. Il loro sapore risulterà leggermente amarognolo, ma non insopportabile, simile a quello del radicchio. Come tale potrebbe quindi essere trattato, aggiungendolo a una normale insalata a base di iceberg, carote, finocchi e pomodori.

Le foglie possono essere utilizzate anche per farcire tortelli, ravioli o torte salate. In questi casi si raccomanda però l’utilizzo di altre verdure più dolci o comunque di ingredienti che possano bilanciare il suo sapore tendente all’amaro.

Sono utilizzabili in cucina anche le radici di tarassaco, che possono essere trattata al pari delle carote per quanto riguarda la consistenza. Differente però è il sapore, che in questo caso è marcatamente amaro. È quindi ancora più importante bilanciare bene il gusto di questo ingrediente affiancandolo ad alimenti più dolci o neutri.

Diverse sono le possibilità offerte anche dai fiori, presenti dalla tarda primavera fino ad autunno inoltrato. Quelli non ancora sbocciati possono essere messi sotto sale e utilizzati al pari dei capperi. Possono essere utilizzati anche per arricchire e colorare delle insalatone miste. Tra le varie opzioni anche quelli di trasformarli in confettura, anche semplicemente da spalmare su una fetta di pane.

Tisana e decotto

Nei mesi più freddi può risultare benefica e piacevole l’assunzione di una tisana al tarassaco. Molto apprezzato sotto forma di decotto, questo rimedio naturale si prepara a partire da 30 grammi di radice fresca per ogni litro d’acqua. In alternativa è possibile utilizzare 10 grammi di radice in polvere.

Versare l’acqua in un pentolino e aggiungere le radici, mettendo poi a bollire a fuoco medio. Una volta a bollitura lasciare a sobbollire per circa 10 minuti. Spegnere il fuoco e filtrare, lasciando riposare almeno fino a che risulti bevibile. Eventuali ingredienti per dolcificare, come il miele, andranno aggiunti poco prima di consumarla; in caso contrario potreste vanificare i benefici naturali del miele stesso.

La tisana vera e propria può essere preparata come di norma per un tè. Si porta l’acqua a ebollizione, meglio se a una temperatura di 95 gradi, aggiungendo solo a quel punto 3 grammi foglie (o in alternativa di fiori) di tarassaco. Lasciare in infusione per 5 minuti, poi filtrare e consumare non appena bevibile.

Quando bere la tisana al tarassaco?

In virtù del fatto che non sono associati effetti sedativi o comunque alteranti del normale ciclo sonno-veglia, la tisana al tarassaco si può bere in vari momenti della giornata. In particolare è consigliata al mattino. Qualora voleste consumarla la sera occorre notare però che l’effetto diuretico attribuito a questa pianta officinale potrebbe spingere a non consumarla poco prima di andare a letto. Il rischio è potenzialmente quello di influire in maniera negativa sul riposo notturno.