Ecocasa: le caratteristiche di un’abitazione a impatto zero

Il luogo dove ci sentiamo più al sicuro è la nostra abitazione. Ma se sapessimo quali veleni si nascondono tra le mura domestiche cambieremmo idea! L’inquinamento può essere causato dalla struttura, dai materiali da costruzione utilizzati, dalle rifiniture e dai rivestimenti, dalle attività svolte all’interno.
Formaldeide e altri composti organici volatili sono spesso presenti nei mobili, sostanze tossiche irritanti possono sprigionarsi da candele e incensi a basso costo o da profumatori per ambienti chimici o a corrente o dai detersivi usati per la pulizia (no assoluto agli spray per mobili e forni e agli insetticidi). Gli elettrodomestici emettono onde elettromagnetiche, meglio quindi tenerli lontani, no la radiosveglia a spina e il cellulare acceso per l’intera notte. Lavare ad acqua e spesso tende, coperte, copri divani e tappeti per tenere a bada acari, muffe e batteri. Lasciare all’aperto o almeno lontano dalla camera da letto gli abiti della tintoria soprattutto dopo pulitura a secco (presenza di solventi nocivi). Ventilare i locali anche in inverno e lasciar crescere in alcune stanze piante come dracena, filodendro e spatifillo, capaci notoriamente di assorbire i veleni.
Del resto sono pochi ancora, in Italia ,gli edifici residenziali che ottengono il Platinum, massimo livello tra le certificazioni raggiungibili secondo il protocollo Green Building Council, che premia in base a salubrità, durabilità, economicità e alle migliori pratiche ambientali in fase di progettazione e costruzione.
Quali, nel dettaglio, le caratteristiche che deve avere un’abitazione a impatto zero? Bassi consumi, (in aiuto l’esposizione e la luce naturale), pannelli fotovoltaici e impianti solari termici, raccolta delle acque piovane per irrigazione e servizi igienici, materiali sostenibili (legno, cemento anti–smog, vernici naturali).
Se non possiamo ristrutturare la nostra abitazione con i criteri della bioarchitettura modifichiamo, almeno, i nostri stili di vita. Cominciamo ad alleggerire la bolletta elettrica attraverso una serie di comportamenti corretti, acquistiamo biancheria in cotone biologico o stoviglie del commercio equo, avviamo una corretta raccolta differenziata, compriamo mobili usati dai rigattieri e nei mercatini o arredamento nuovo ma in legno certificato che dura a lungo, è biodegradabile, se trattato correttamente non inquina e può essere riciclato. Mentre però molti boschi sono gestiti in modo responsabile, le grandi foreste millenarie del pianeta continuano ad essere distrutte. La deforestazione selvaggia va fermata! Chiediamo per ogni mobile l’origine del legno utilizzato, ricordandoci che esistono due certificazioni che garantiscono la provenienza controllata: Pefc (Programma per il riconoscimento di schemi nazionali di certificazione forestale) relativi a materie prime di origine europea e Fsc (Forest Stewardship Council) per le materie prime provenienti da foreste tropicali.
E, infine, lasciamo entrare nelle nostre abitazioni aria pura, priva di sostante tossiche; deodoranti per ambienti, detersivi aggressivi, spray per pulire sono prodotti che a lungo andare ci danneggiano. Riscopriamo l’utilizzo della lavanda negli armadi, del bicarbonato per le pulizie, dell’incenso per profumare e riappropriamoci dei luoghi nei quali viviamo rendendoli più salubri.

di Marzia Fiordaliso