Quest’anno il salone del mobile e la design week con i loro eventi sparsi per la città sono tornati (apparentemente) in pompa magna con annunci rumorosi sui giornali e sui social.
Sarei ingiusta se dicessi “molto rumore per nulla” ma resta vero che le folle agitate e curiose in ogni angolo di Milano sono un ricordo. E vista l’attuale situazione tra post (sarà vero?) pandemia e guerra (quasi) in secondo piano ciò che ho visto era davvero il meglio che ci si potesse augurare.
Quali sono state le novità
Tuttavia non sono rimasta colpita da novità imperdibili. Per chi si occupa di design ed ecoinnovazioni ciò che era ivi narrato, sta già nelle pagine di banche dati e media green che di mestiere divulgano questo verbo da tempo.
Una storia di riciclo tessile mi è però piaciuta parecchio e questa volta non arriva dall’Europa bensì dal Giappone (molti pochi asiatici quest’anno nella design week peraltro).
Stiamo parlando di un materiale/tecnologia che si chiama Paneco (la cui proprietà è di WorkStudio) e consiste di pannelli fatti da rifiuti tessili riciclati. Dopo una ovvia epurazione da bottoni, fibbie, cerniere, i materiali da riciclare vengono trinciati e riciclati aggregandoli per colore allo scopo di ottenere variazioni cromatiche definite e non solo grigie o scure.
Sono possibili outcome riciclati anche con suole di scarpe, pelle, ecopelle, poliestere e anche un po’ di fibra in legno.
Ho toccato con mano i loro campioni: interessanti al tatto, rivelano morbidezze e differenti temperature anche percepibili. Paneco ci dice che sono ignifughi e non addizionati con resine per cui perfettamente riciclabili successivamente. Vengono realizzati in tagli da 93x93cm e spessori da 3, 5,5 e 9 mm. La percentuale di rifiuto tessile è elevata: 91,5%.
Il lavoro della designer Hisae IGARASHI sul riciclo tessile
La designer Hisae IGARASHI è l’artista degli oggetti presenti nello spazio allestito in Brera che costituiscono un primo tentativo di restituire le potenzialità del pannello Paneco nell’ambito del design d’interni. Ma in questi casi è cosa nota che poi gli sviluppi arriveranno mettendo insieme risorse creative e materie prime.
Oggi Paneco esiste solo in Giappone e trasportare i suoi pannelli in Europa per 9.000 km è senza senso. Avrebbe senso impiegare i loro pannelli in Europa solo a condizione che quella tecnologia arrivi in qualche distretto tessile circolare interessato a soluzioni di riciclo.
Cosa stiamo facendo in Italia
In Italia il tema è caldo, anzi caldissimo e il distretto pratese con l’esperienza di Next Technology è già in prima linea con alcune applicazioni (pannelli per interior) presentate in occasione dell’inaugurazione del nuovo showroom green di Benetton a Firenze nel marzo 2021. A tale riguardo e ad onore di memoria, nel 2017, sempre nella blasonata design week anche Kvadrat presentò la propria idea di riciclo con i pannelli Really interpretati da Max Lamb.
E in questa rubrica sei mesi fa abbiamo riportato il caso italianissimo di Nazena scoperto a Ecomondo 2021.
Sicuramente c’è spazio per tutti. I rifiuti tessili sono e restano un bel topic da affrontare con le migliori energie e tecnologie disponibili. Ne vedremo di belle ancora e auguriamo a Paneco un futuro in Europa!
di Irene Ivoi, Ecodesigner