La puntata di questo mese ci porta in Toscana. Parliamo di scarpe: un’idea concepita durante il primo lockdown, che poi si sviluppa nel 2021 per approdare in forma di scarpa sul mercato a gennaio 2022.
È quindi una storia fresca che intende trovare conferme via via in questo anno anche grazie ad un progetto di incubazione, gestito dall’acceleratore d’imprese fiorentino Nana Bianca, che si chiama Italian Lifestyle, promosso da Intesa Sanpaolo Innovation Center (che ha selezionato alcune grandi aziende) e da Fondazione Cr Firenze, che mette a disposizione un grant di 20mila euro per ciascuna start up. Vi collabora anche la Fondazione per la ricerca e l’innovazione dell’Università di Firenze e le imprese scelte, per costruire ponti e generare contaminazioni fertili, sono tutte eccellenti: Gucci, Ermanno Scervino, Pitti Immagine, Starhotels, Alpitour, Ruffino, ma anche Colorobbia e Cisco.
Una scarpa da scarti di lavorazione del legno
Una delle startup selezionate è Dotzero, che ha concepito una scarpa da scarti di lavorazione del legno e della carta.
L’idea è del suo giovanissimo fondatore David Braccini che nasce in una famiglia che di scarpe sa tanto. Lui dice di essere cresciuto tra le scarpe perché il business di famiglia era proprio quello, ma lui nel 2020 si fa una domanda giusta: come dismettere a fine vita in modo appropriato una scarpa? Sappiamo bene che sono fatte di diversi componenti e per questioni di performance, i materiali in gioco sono diversi. Ciò le rende (quasi) impossibile da riciclare, a meno che, non vengano disassemblate e poi avviate, per singoli pezzi, al giusto destino. Ma proprio perché David sa come sono fatte le scarpe, decide di tuffarsi in un cammino nuovo: produrre una scarpa costituita da pochi elementi in grado di avviarsi a riciclo poiché compatibili e omogenei (stesso materiale) e che quindi non richiede neppure disassembling.
Riesce così a trovare un materiale fatto con scarti di lavorazione del legno (faggio e abete rosso finlandesi) e scarti di produzione della carta che grazie ad un procedimento chimico si traducono in nuovo bio-polimero (compostabile). In un’azienda emiliana questi granuli diventano suole e accessori laterali ma anche filato con cui si fa la tomaia.
Le scarpe Dotzero si acquistano online
L’assemblaggio e la trasformazione di questi componenti in scarpa finita, avviene a Chiusi in Toscana e voilà Dotzero è pronta. Da gennaio si può acquistare online (direttamente sul sito) con l’obiettivo, attualmente in fase di studio, di farla tornare al produttore quando arriverà a fine vita. Questo è un passaggio non facile che affligge da sempre tutti coloro che si occupano di ri-circolazione dei beni a fine vita e perseguimento della responsabilità estesa dei prodotti. Dotzero garantisce di esser in grado di riprocessarla e, con l’aggiunta di un 30% di componente vergine, essa rientrerà in circolo.
Quindi come si conviene in questi casi, buon viaggio a David, affinché la sua Dotzero possa presto, e con le carte in regola, tornare a casa.