EcoDesign, “Upcycling: da Spensierata follia…a Installazioni prêt-à-porter”, di Irene Ivoi

Poche settimane fa ho seguito un incontro online organizzato dal tavolo del riuso di Torino.
Il tavolo del riuso di Torino da tempo promuove attività improntate al riuso creativo.
Proprio quello basato su piccoli interventi che si fondano sul ricreare e trasformare materia senza padri e madri in nuovi oggetti.
In questa rubrica abbiamo altre volte parlato di piccole ma significative esperienze di upcycling che vanno in questa direzione ed è così che oggi vi propongo il caso di ZidaLAb, creato da Federica Salvatori, giovane donna di una simpatia contagiosa.
L’ho ascoltata e quindi conosciuta proprio durante questa diretta Facebook e nonostante abbia finora incontrato tanti che fanno il suo lavoro, lei mi ha ispirato più di altri anche per la sua capacità di intercettare imprese di grandi dimensioni a cui restituire servigi preziosi.
Questo agire mi piace perché va nella direzione di quel design urbano circolare che abbiamo affrontato nel mese di febbraio su Eco in città teso proprio a valorizzare, laddove possibile, ciò che un organismo urbano comunque genera.

Torniamo a Federica, romana di origine e torinese di adozione, all’inizio del suo percorso si dedica al riuso di materiali disparati per realizzare oggetti, bijoux ed accessori. Poi nella sua vita avviene uno scatto in avanti, quando nel 2016 inizia a pensare e realizzare allestimenti scenografici ed installazioni per aziende, in Italia ed in Europa.

Da allora il fulcro di Zida.Lab è diventato quello di studiare e realizzare, rigorosamente hand-made, piccole e grandi installazioni a base di riuso creativo ma partendo da rifiuti o materiale inutilizzato che le imprese mettono a disposizione.
I materiali sono diversi perché ovviamente ogni impresa ha avanzi differenti.
E nel suo carnet i grandi nomi non mancano: Eataly (con una serie di allestimenti chiamati “non si butta via niente”, esposti nelle varie sedi in Italia ed Europa dal marzo 2016 alla primavera 2019), Lavazza, Lurisia, Amazon e tanti altri che noi le auguriamo col cuore.
Ne segnaliamo uno che ci è piaciuto particolarmente: si chiama COCCODE’ e consiste di 12.000 fiori realizzati da confezioni in carta per le uova fatto per Eataly. Esposto nel 2016 a Torino e nel 2017 trasferito alla Mostra internazionale dell’artigianato di Firenze e a seguire, in occasione della LONDON DESIGN WEEK, a Londra presso il locale Burro e Salvia di Shoreditch.”
Base di partenza: 2.100 confezioni che altrimenti sarebbero state avviate a riciclo.

Inoltre, e anche questo mi piace tanto, i suoi allestimenti non sempre diventano rifiuto a fine vita, talvolta vengono smontati e tornano a Zida.lab per essere reimpiegati o donati a scuole.
Di sicuro per farli, altri materiali, probabilmente nuovi, vengono risparmiati e il significato del suo lavoro trascende anche la semplice materia perché sono installazioni che fanno pensare al valore del riuso. Nei progetti immediati ci sono installazioni prêt-à-porter che Zidalab da maggio propone a clienti anche privati per poter realizzare in spazi piccoli delle pillole di allestimenti grandi.
Verranno offerti in differenti taglie: slim, medium, large ed extra large a secondo della dimensione dello spazio in cui si andranno ad allocare.
E infine lo shopping online Zidamag per poter finalmente ovunque acquistare le sue piccole o grandi follie.

di Irene Ivoi, Ecodesigner