Da questo lunedì inauguriamo una nuova sezione dedicata ad approfondimenti firmati dai “protagonisti della sostenibilità”. Cominciamo con l’Architetto Mario Cucinella, esperto, di fama mondiale, in progettazione ambientale ed ecologia dell’architettura.
Energia dell’architettura
Quale città immaginiamo per il nostro futuro? Come costruiremo gli edifici nella nuova era della sostenibilità? E lo sviluppo sostenibile che forma avrà? Che relazioni sociali vogliamo creare o migliorare?
Oggi costruire significa, prima di tutto, generare un rapporto tra edificio e i suoi abitanti. Costruire ha conseguenze e impatto sulla vita di tutti e gioca un ruolo preponderante nei confronti della qualità ambientale.
Significa creare le nuove condizioni per vivere le nostre città. Una visione solo estetica dell’architettura non è sufficiente, anzi è una visione semplificata che tende a rendere le costruzioni prodotti da consumare.
Il nostro è un mestiere molto più importante. Noi non realizziamo oggetti: il nostro lavoro consiste nel disegnare lo spazio, le piazze gli edifici dove viviamo, creare emozioni e bellezza, relazioni e attenzioni. Utilizza la tecnologia, esplora i nuovi modi di abitare, di lavorare; segue e anticipa i cambiamenti della nostra vita interpretandoli, costruendo nuovi mondi.
E tra ciò che sta cambiando vi è il nostro rapporto con l’ambiente. Una relazione che va ripensata. Produttività è la parola chiave che ha influenzato tutte le attività umane negli ultimi decenni e che ha trovato nel Pil l’unico metro di misura dello sviluppo.
L’intero processo produttivo, che ha permesso un enorme accumulo di capitali finanziari, non tiene in considerazione la perdita del Capitale Naturale – le risorse naturali – da cui dipendono le civiltà e che hanno permesso la loro vita e prosperità.
Ma il Pil è un misuratore quantitativo non qualitativo. E non è detto che uno sviluppo economico porti necessariamente a un progresso sostenibile (sociale.)
Ora, non si tratta di rinunciare a processi produttivi, ma di rendere il sistema più efficiente utilizzando le risorse in maniere più razionale, introducendo nei nostri bilanci la voce “costo del patrimonio naturale e sociale” e utilizzando un nuovo misuratore: il Piq, Prodotto interno di Qualità.
L’idea di sostenibilità nell’architettura non deve più essere considerata come un’opzione o un apporto specifico o specialistico ma come una condizione essenziale del progetto. L’idea di costruire edifici che rispondano ai più semplici criteri di efficienza e di riduzioni delle emissioni segna una nuova visione etica del mestiere opposta al criterio aesthetics without ethics.
Allo stesso modo, la progettazione deve reimparare a considerare la qualità degli spazi pubblici, a saper migliorare la qualità della vita sociale; deve saper vedere nelle periferie una grande occasione per la città contemporanea, interpretare il tessuto sociale come un valore e non come un problema, accettare le diversità etniche e sostenere le diversità che ci uniscono.
Ridare all’architetto il suo ruolo di visionario, d’interprete del tempo che viviamo, per un tempo che verrà.
Mario Cucinella, Architetto, MC Architects
Quale città immaginiamo per il nostro futuro? Come costruiremo gli edifici nella nuova era della sostenibilità? E lo sviluppo sostenibile che forma avrà? Che relazioni sociali vogliamo creare o migliorare?
Oggi costruire significa, prima di tutto, generare un rapporto tra edificio e i suoi abitanti. Costruire ha conseguenze e impatto sulla vita di tutti e gioca un ruolo preponderante nei confronti della qualità ambientale.
Significa creare le nuove condizioni per vivere le nostre città. Una visione solo estetica dell’architettura non è sufficiente, anzi è una visione semplificata che tende a rendere le costruzioni prodotti da consumare.
Il nostro è un mestiere molto più importante. Noi non realizziamo oggetti: il nostro lavoro consiste nel disegnare lo spazio, le piazze gli edifici dove viviamo, creare emozioni e bellezza, relazioni e attenzioni. Utilizza la tecnologia, esplora i nuovi modi di abitare, di lavorare; segue e anticipa i cambiamenti della nostra vita interpretandoli, costruendo nuovi mondi.
E tra ciò che sta cambiando vi è il nostro rapporto con l’ambiente. Una relazione che va ripensata. Produttività è la parola chiave che ha influenzato tutte le attività umane negli ultimi decenni e che ha trovato nel Pil l’unico metro di misura dello sviluppo.
L’intero processo produttivo, che ha permesso un enorme accumulo di capitali finanziari, non tiene in considerazione la perdita del Capitale Naturale – le risorse naturali – da cui dipendono le civiltà e che hanno permesso la loro vita e prosperità.
Ma il Pil è un misuratore quantitativo non qualitativo. E non è detto che uno sviluppo economico porti necessariamente a un progresso sostenibile (sociale.)
Ora, non si tratta di rinunciare a processi produttivi, ma di rendere il sistema più efficiente utilizzando le risorse in maniere più razionale, introducendo nei nostri bilanci la voce “costo del patrimonio naturale e sociale” e utilizzando un nuovo misuratore: il Piq, Prodotto interno di Qualità.
L’idea di sostenibilità nell’architettura non deve più essere considerata come un’opzione o un apporto specifico o specialistico ma come una condizione essenziale del progetto. L’idea di costruire edifici che rispondano ai più semplici criteri di efficienza e di riduzioni delle emissioni segna una nuova visione etica del mestiere opposta al criterio aesthetics without ethics.
Allo stesso modo, la progettazione deve reimparare a considerare la qualità degli spazi pubblici, a saper migliorare la qualità della vita sociale; deve saper vedere nelle periferie una grande occasione per la città contemporanea, interpretare il tessuto sociale come un valore e non come un problema, accettare le diversità etniche e sostenere le diversità che ci uniscono.
Ridare all’architetto il suo ruolo di visionario, d’interprete del tempo che viviamo, per un tempo che verrà.
Mario Cucinella, Architetto, MC Architects