Ecorubrica: “Il patrimonio artistico e paesaggistico: la nostra identità” di A. Maramai

Ottavo lunedì dedicato agli approfondimenti firmati dai “protagonisti della sostenibilità”. E’ la volta di Angelo Maramai, Direttore Generale FAI – Fondo Ambiente Italiano

L’Italia è un Paese ricco di contraddizioni. Possiede il maggior numero di siti Patrimonio dell’Unesco del mondo ma secondo un dossier del dicembre 2010 (fonte: PricewaterhouseCoopers), nello sfruttamento turistico il rapporto tra noi e la Cina è di 100 a 270, Francia 190, Germania 184, Gran Bretagna 180, Brasile e Spagna 130. In Italia quasi un comune su tre ospita almeno una struttura a carattere museale: un patrimonio diffuso quantificabile in 1,5 musei o istituti simili ogni 100 kmq e circa 1 ogni 13mila abitanti. Un recente censimento dell’Istat ha tracciato per la prima volta la mappa completa dell’offerta culturale: ci sono 3.847 tra musei, gallerie e collezioni, 240 aree o parchi archeologici e 501 monumenti e complessi monumentali. In quasi la metà di essi, l’ingresso è gratuito, mentre vi sono poi poche megastrutture con oltre cinquecentomila visitatori che incassano ognuna un milione di euro l’anno. Siamo seduti su un giacimento prezioso ed è nostro compito proteggerlo e valorizzarlo. Da quasi quarant’anni il FAI lavora affinché sempre più italiani possano essere consapevoli e orgogliosi della loro identità e proteggerla. Il nostro patrimonio artistico e paesaggistico è la nostra identità, ed è nostro dovere agire in concreto per tramandarlo alle generazioni future e per farlo conoscere all’estero attraverso forme di turismo sostenibile. E’ necessario favorire un turismo consapevole e rispettoso, capace di adeguarsi alle esigenze di ciascun territorio, che non consumi ma scopra le risorse, che non alteri il paesaggio ma vi si inserisca con armonia. Solo in questa maniera sarà possibile preservare e tramandare il valore di ogni luogo e, con esso, la nostra identità di italiani.