Ecorubrica: P. Landi “Consumo sostenibile: un diritto per il cittadino, un dovere per il mercato”

Sesto lunedì dedicato agli approfondimenti firmati dai “protagonisti della sostenibilità”. E’ la volta di Paolo Landi – Presidente Fondazione Consumo Sostenibile

In questi ultimi anni i consumatori hanno acquisito importanti diritti, le associazioni dei consumatori una significativa rappresentanza. Ciò è stato possibile grazie a più fattori positivi: le direttive europee, le iniziative concrete da parte delle associazioni, la crescita di una cultura sui diritti del consumatore. Un consumerismo che in Italia si è sviluppato grazie ad un modello di “dialogo sociale e negoziale” tra associazioni di consumatori e imprese che non ha riscontro negli altri paesi europei. Inoltre, sviluppo economico, liberalizzazioni, nascita dell’euro, hanno contribuito ad affermarne una fase storica molto positiva.
La globalizzazione ha avviato un processo di forte sviluppo in alcune aree del globo, allo stesso tempo, però, ha delocalizzato attività manifatturiere tradizionali creando una rilevante e dilagante disoccupazione e precarietà in Italia, così come nel resto dell’Europa. Uno sviluppo, questo, improntato al business finanziario e ai fenomeni speculativi non controllati che ha portato a pesanti ricadute, in termini di costi, sui cittadini causando una diffusa recessione che ha colpito i paesi più sviluppati. In questo contesto si sono ridotti i consumi e il potere d’acquisto delle famiglie, ma si è ridotto anche il valore della solidarietà e della legalità. Il libero mercato più è privo di regole, più evidenzia limiti e criticità rispetto alla sostenibilità ambientale e alla stessa responsabilità sociale d’impresa. Una recessione, questa, che riduce le risorse disponibili con la conseguenza di tagli sul sociale e su molti servizi. Proprio da questa lettura e fotografia dell’attuale realtà sociale nasce l’esigenza di ridefinire il rapporto tra servizi pubblici e privati, le priorità, il diritto d’accesso, il costo e standard di qualità degli stessi.
Il consumo sostenibile implica una responsabilità da parte del consumatore che lo porta a diventare non più soggetto passivo della pubblicità, ma attore delle proprie scelte. Un consumatore informato e in grado di incidere, se ben organizzato, nelle scelte delle imprese e del mercato. Il consumo sostenibile implica per le imprese una responsabilità sociale che non sia auto-referenziale, bensì uno strumento che attraverso il confronto e la negoziazione con i vari stakeholders, individui indicatori che permettano di misurare e verificare concreti obiettivi di qualità sui propri prodotti e servizi offerti.