Un ecosistema in equilibrio è implicitamente sostenibile ed ha capacità di autoregolazione rispetto a fattori interni e soprattutto esterni, che tendono ad alterarne lo stato di equilibrio.
I principali fattori che disturbano l’equilibrio degli ecosistemi sono le “relazioni” in ogni loro contenuto, forma e manifestazione (tra le diverse specie e la natura).
La sostenibilità indicata dall’Agenda EU 2030 discende dallo studio dei sistemi ecologici e risponde a proprietà quali: le possibilità di autoregolazione, la capacità di carico, la resilienza e la resistenza che, nel loro insieme, influiscono sulla stabilità dell’ecosistema.
Come le azioni umane influiscono sull’ecosistema
Nelle “relazioni umane”, le sole che qui tratteremo, l’etica si occupa, praticamente, di indagare sulla bontà e adeguatezza del comportamento umano e sui criteri che lo determinano, sia a livello individuale che sociale, in ogni sfera dell’esistenza; definisce l’insieme di valori che regolano il comportamento dell’uomo in relazione agli altri e che gli permettono di giudicare i comportamenti, propri e altrui, rispetto al bene e al male.
L’etica ha un centro gravitazionale ineludibile: la persona e le sue relazioni interpersonali e sociali che rappresentano le sue dimensioni fondative. Essendo gli esseri umani, per definizione, “esseri sociali”, la “relazione” rappresenta un elemento costitutivo del tratto umano. Le persone, le relazioni, l’etica sono indissolubilmente legate tra di loro. L’obiettivo più grande dell’etica è la dignità umana.
Gli esseri umani insieme, in qualsivoglia relazione tra di loro (dimensione sociale), e anche nella loro singolarità, hanno un valore assoluto in sé, ontologico, ovvero il valore di esistere in quanto essenti. Questa “dignità”, quindi, sussiste indipendentemente dagli atti che ciascun essere compie, perché è insita in ogni essere umano per il solo fatto di essere al mondo.
È da questa dignità che discendono e trovano legittimazione inderogabile tutte le dichiarazioni dei diritti e doveri degli esseri umani, il corpo delle norme di convivenza che ne derivano e che influiscono sulla stabilità dell’ecosistema, e la necessità di indagare sull’etica dei comportamenti per salvare ogni dignità. L’etica, dunque, si occupa di salvaguardare e promuovere la dignità umana e di affermare, o prevenire, ogni “asimmetria di dignità” nelle relazioni sociali e/o personali.
Rapporto tra dignità umana e bene comune
Dalla dignità deriva anche il principio del bene comune che, infatti, rappresenta l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alla società che ai singoli membri, di raggiungere la propria dignità pienamene e rapidamente.
Il bene comune, lo ricordiamo, non è la semplice somma del bene degli individui, ma essendo di tutti e di ciascuno, è e rimane comune perché indivisibile e perché soltanto insieme è possibile raggiungerlo e custodirlo.
La cultura del bene comune ci ribadisce e ci riporta con forza al concetto che la relazione, personale e sociale, è costitutiva della natura umana. Pertanto il rispetto della dignità si costruisce insieme, nell’immenso intreccio di relazioni personali e sociali che quotidianamente l’umanità vive a tutti i livelli. Questa sterminata interazione può creare, infatti, squilibri e asimmetrie di dignità tra esseri umani. In questi casi, quando alcune persone o gruppi sociali o popoli non rispettano la dignità umana di altre persone, non sono solo le “vittime” a subirne la violazione, ma anche i “carnefici”: calpestare la dignità altrui significa anche violare la propria.
Attraverso l’etica si raggiunge la simmetria
Le conseguenze di ogni azione relazionale e sociale si espandono circolarmente, investendo in primis, nel bene e nel male, chi le ha compiute. Ogni volta che non viene riconosciuta e rispettata la dignità umana, si genera un’asimmetria di dignità. L’etica ci aiuta a ricomporre una “simmetria”, un equilibrio di dignità tra gli esseri umani; cerca di fare in modo che la dignità sia garantita a tutti, contemporaneamente, nell’immenso ecosistema di interazioni e relazioni personali e sociali, a tutti i livelli.
La dignità si nutre di reciprocità e presuppone un rapporto di scambio tra gli individui basato sul rispetto e sulla considerazione reciproca: tutti dovranno concorrere a rimuovere discriminazioni ed ingiustizie, adottando pratiche (commerciali, imprenditoriali, di scambio) che siano rispettose dei diritti umani, dell’ambiente e della giustizia sociale. Per questo l’etica deve ispirare ogni persona (in tutte le sue forme di relazioni ed interazioni) ad agire in modo responsabile e sostenibile, creando valore sociale ed ambientale.
Il bene comune è inclusivo in una logica mutualistica
L’etica ci dimostra che non c’è alcuna contraddizione tra interesse generale e quello particolare. Se si ristabilisce e preserva la dignità umana di una persona, gruppo sociale o popolo, allora davvero si arriva a produrre benessere sociale, sviluppo economico, pace e qualità per la vita di tutti. Infatti, ogni volta che si ripristina un equilibrio di dignità, ovunque esso avvenga, a qualunque livello, ciò genera ripercussioni positive sull’intero corpo sociale. Il bene comune è inclusivo del proprio interesse particolare, in una logica genuinamente mutualistica.
Sono innumerevoli le evidenze di questa dinamica sociale: è impossibile causare uno squilibrio di dignità senza produrre, prima o poi, conseguenze negative anche su chi si credeva più tutelato. Ogni volta che viene generata ingiustizia sociale, infatti, a qualunque livello, essa prima o poi si ritorcerà, direttamente o indirettamente, contro tutti, includendo anche coloro che l’hanno determinata.
Relazioni etiche e bene comune sono le premesse della sostenibilità, ovvero della dignità tra gli esseri viventi e della stabilità dell’ecosistema.
di Cinzia Rossi, Pontificia Università Antonianum