ENEA misura la febbre del mare: cattive notizie.

Con il 2022 arrivano cattive notizie: la febbre del mare. ENEA e INGV, insieme ad altre dodici istituzioni internazionali, lanciano un nuovo allarme sul riscaldamento dell’oceano. Uno studio sul cambiamento climatico rivela, infatti, come le temperature delle acque marine hanno segnato nel corso del 2021 un nuovo record.

Il dato è ancora più preoccupante se si considera che si sono raggiunti i valori più alti mai misurati per il sesto anno consecutivo. Le notizie per l’Italia sono ancora peggiori: il Mediterraneo si scalda più velocemente delle altre aree marine.

Nell’articolo “Another record: ocean warming continues through 2021 despite La Niña conditions” pubblicato sulla rivista Advances in Atmospheric Sciences, il team di ricerca, di cui fanno parte Simona Simoncelli dell’INGV e Franco Reseghetti dell’ENEA, evidenzia come la variazione del contenuto termico degli oceani avvenuta nel 2021 è equivalente all’energia che si otterrebbe facendo esplodere 7 bombe atomiche ogni secondo per tutta la durata dell’anno. L’immagine bellica restituisce bene l’immagine di un cambiamento che non può non lasciare conseguenze e vittime. La carrying capacity dell’oceano è messa allo stremo.

E il nuovo record, avvertono gli scienziati, è stato toccato nonostante nel 2021 si sia manifestato il fenomeno conosciuto come La Niña, che contribuisce ciclicamente a limitare il riscaldamento nell’Oceano Pacifico.

Bora Bora

In più il riscaldamento delle acque degli oceani, a cui si deve aggiungere l’apporto dell’acqua di fusione dei ghiacciai, sta aumentando il volume e quindi il livello del mare con ripercussioni drammatiche per gli atolli del Pacifico e Stati insulari, come le isole Maldive, ma anche per le nostre aree costiere, e crea le condizioni per tempeste e uragani sempre più violenti e numerosi.

Occorre anche considerare che il riscaldamento delle acque riduce l’efficienza dell’oceano nell’assorbire la CO2 emessa dall’uomo, in passato pari circa a un terzo. Oggi la percentuale lasciata in atmosfera è destinata ad aumentare.

Proprio per il monitoraggio integrato del ciclo del carbonio in atmosfera e in mare, la stazione ENEA di Osservazioni Climatiche di Lampedusa è diventato il primo sito sentinella in Europa nell’ambito della rete di ricerca europea ICOS, alla quale partecipano centinaia di ricercatori che operano in oltre 150 stazioni di 13 Paesi. Nelle acque dell’isola siciliana, sono stati infatti installati nuovi strumenti hi-tech che raccolgono informazioni e dati strategici sulla concentrazione della CO2 e sugli scambi tra atmosfera e oceano, che vengono resi disponibili a oltre 200 organizzazioni scientifiche.

di Elena Sofia Midena

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