La sostenibilità alimentare e l’accesso diffuso a cibo di qualità è un tema da tempo al centro dell’impegno di istituzioni locali e globali. La creazione di una rete tra i Farmers Market globali, i mercati direttamente gestiti dagli agricoltori che promuovono e vendono prodotti a chilometro zero, è uno dei risultati più interessanti promossi in apertura del pre-summit Onu sui Food System ospitato a Roma, che contribuisce a mettere sotto i riflettori una risorsa fondamentale per la promozione quotidiana della sostenibilità sui territori.
Le città europee hanno delineato negli ultimi anni una serie di strategie importanti per valorizzare il ruolo dei mercati come hub sostenibili di quartiere, da cui promuovere diverse forme di innovazione e coesione territoriale. I mercati rionali sono luoghi di incontro per eccellenza, centri di aggregazione e luoghi da cui far partire forme di educazione diffusa all’alimentazione sostenibile, valorizzando le filiere corte e l’azione di coloro che mettono in contatto produttori, imprese e cittadini. È il caso ad esempio di Budapest, dove Szatyorbolt (letteralmente “negozio di sacchetti”) gestisce un negozio di alimentari con prodotti di oltre cento piccole realtà agricole del territorio, promuovendo località e stagionalità con un’azione diffusa in città grazie al sistema di consegne di cassette di frutta e verdura su abbonamento.
A Madrid invece è la comunità locale ad essere protagonista della riattivazione dello storico Mercado San Fernando, nel cuore del quartiere di Lavapiés, riqualificato grazie ad un’azione associativa che ha valorizzato i banchi storici e promosso una nuova cultura della sostenibilità di prossimità. Ciò ha consentito di valorizzare alcuni degli stalli sfitti, attraverso la creazione di un mercato settimanale di piccoli produttori e l’avvio di una serie di attività di piccola ristorazione che hanno contribuito a rianimare quel pezzo di quartiere nelle ore diurne e serali.
E in Italia? La messa in rete dei mercati milanesi, a partire dall’esperienza di recupero e rilancio del mercato di Lorenteggio, è il progetto integrato di riqualificazione che sta ispirando iniziative simili nel resto delle città che hanno messo in rete orti urbani, piccoli produttori e commercio di prossimità per creare modelli innovativi, decisivi soprattutto in funzione di rilancio urbano delle infrastrutture di vicinato nel periodo post-Covid. Promuovere la gestione collettiva e la collaborazione tra comunità ed enti locali, favorire la polifunzionalità e il collegamento con le filiere locali circolari sono alcune delle indicazioni utili per le città che intendono rendere i mercati rionali nuovi incubatori di innovazione, come sottolineato anche dagli urbanisti di Eutropian che con il progetto di ricerca “Il rilancio dei mercati” stanno raccogliendo esperienze e dati per riprogrammare politiche locali efficaci nel settore.
Rendere i mercati cruciali nelle nuova programmazione europea può costituire un elemento di valore per avvicinare l’Europa ai quartieri e agli spazi di vita delle persone, ma anche come stimolo per utilizzare le risorse europee nel testare strategie e interventi utili a promuovere la sostenibilità dal basso, coinvolgendo abitanti, produttori e piccoli commercianti.
di Simone D’Antonio, giornalista urbano, responsabile Anci/Urbact