Fast fashion

Fast fashion, una campagna digital per cambiare il sistema moda in Italia

L’industria tessile è una delle più inquinanti al mondo e il fast fashion ha peggiorato la situazione; 1,2 miliardi di tonnellate l’anno di gas serra prodotto più dei trasporti aerei e marittimi internazionali messi insieme (Ellen MacArthur Foundation 2017). Questo settore ha impatti enormi anche sul consumo dell’acqua, per produrre una sola t-shirt occorrono circa 3.900 litri, quanta ne beve in media una persona in 5 anni (Friends of the Earth 2015).

Secondo i dati della Campagna Abiti Puliti, coalizione italiana della Clean Clothes Campaign, si stima che 60 milioni di lavoratori alimentino l’industria globale dell’abbigliamento, generando miliardi di profitti. La maggior parte lavora per un numero di ore disumano e fa più di un lavoro per far quadrare i conti. Circa l’80% di questa forza lavoro è composta da donne e non percepisce un reddito dignitoso.

L’impatto della pandemia sui lavoratori

Oggi, complice la pandemia che ha colpito il pianeta, questa industria sta affrontando una crisi economica e sociale senza precedenti e a pagarne il prezzo più alto sono i milioni di lavoratori e lavoratrici impiegati nel settore. Il coronavirus ha reso ancora più evidenti i limiti di un sistema globale fondato sulle disuguaglianze, che annulla le tutele ed espone tutti a un futuro incerto.

I marchi hanno fatto perdere all’industria dell’abbigliamento miliardi di dollari cancellando gli ordini indebitamente e facendo fallire molte fabbriche, con conseguenze devastanti sui lavoratori. Rifiutando di pagare prezzi che consentano ai lavoratori di percepire un salario dignitoso, i marchi committenti lasciano le persone che producono i loro vestiti senza alcun mezzo di sostentamento.

La campagna e la comunità #CambiaMODA!

Per questo motivo Istituto Oikos, Mani Tese e Fair lanciano la nuova piattaforma #CambiaMODA! il cui obiettivo ambizioso è contribuire a cambiare il sistema in Italia.
Nella forte convinzione che una comunità abbia più forza e più potere del singolo, l’invito è rivolto soprattutto ai giovani. Per incoraggiarli ad aderire all’iniziativa e chiedere a gran voce:

  • adeguati ammortizzatori sociali per i lavoratori del settore colpiti dall’attuale crisi;
  • misure sanitarie e di sicurezza efficaci ed eque condizioni di lavoro per tutti e tutte;
  • una riduzione drastica di rifiuti, inquinamento ed emissioni di CO2 da parte dei grandi marchi;
  • maggiori controlli sul fast fashion;
  • verità e trasparenza su come vengono prodotti i vestiti che compriamo.

Entrare a far parte della comunità #CambiaMODA! è molto semplice: basta registrarsi sul sito e tanti i modi per contribuire, da una semplice azione sui social a una più attiva partecipazione agli eventi e iniziative promossi nell’ambito della campagna di sensibilizzazione, fino alla scelta di unirsi al team di ambassadors che ha già deciso di abbracciare la causa.

Un cambio di rotta decisivo, che favorisca filiere trasparenti, responsabili ed eque, è quindi estremamente urgente: per proteggere l’ambiente, la salute e i diritti di tutte le persone coinvolte nella filiera, in Italia e nel mondo.

La comunità Cambia MODA! fa parte di un progetto educativo e di sensibilizzazione promosso in Italia da una rete di 7 partner (Mani Tese, Istituto Oikos, Fair, Altis – Alta Scuola Impresa e Società, Koinètica, Lottozero, Guardavanti) e finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. L’iniziativa prevede inoltre percorsi di formazione per insegnanti e studenti, eventi pubblici di informazione e sensibilizzazione, workshop rivolti a operatori d’impresa.