Si è concluso il Festival Sviluppo Sostenibile di ASviS che ha visto l’organizzazione di 1000 iniziative in Italia e nel resto del mondo, 24 eventi proposti direttamente dall’Alleanza in 5 città, 1,9 milioni di visualizzazioni nel corso delle dirette streaming e 109 milioni di impression sui social.
Nell’arco di diciassette giorni, tanti quanti gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, la manifestazione ha registrato la partecipazione di migliaia di relatori e relatrici, tra cui undici esponenti del Governo, il Vicepresidente esecutivo della Commissione europea e due Commissari, undici Presidenti di Regione.
Alla Camera dei Deputati presentate le proposte per rispondere alla domanda di politiche serie e coerenti per la giustizia climatica e sociale che emerge in maniera forte dal Paese, specialmente dopo il dramma dell’alluvione in EmiliaRomagna. ASviS ha proposto una roadmap al Governo e al Parlamento per l’adozione, entro l’estate, della Strategia nazionale di sviluppo sostenibile, i Piani per l’adattamento climatico e il futuro energetico-climatico del Paese, la legge sul clima e altre norme che facciano fare all’Italia un salto in avanti in tema di sviluppo sostenibile, anche in vista del Summit dell’Onu di settembre e della prossima presidenza italiana del G7.
Festival Sviluppo Sostenibile, un nuovo paradigma
Il Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, ha aperto l’incontro conclusivo del Festival “L’Italia e lo sviluppo sostenibile: urgenze, aspettative e impegni” e ha sottolineato
L’importanza di adottare un nuovo paradigma di sviluppo sociale ed economico ispirato alla sostenibilità ambientale, all’equità territoriale e alla salvaguardia delle future generazioni.
La Presidente dell’ASviS, Marcella Mallen, ha illustrato le principali caratteristiche del Festival 2023, che si è confermata una manifestazione unica al mondo, come già riconosciuto dall’ONU:
La battuta d’arresto del percorso verso l’Agenda 2030 dovuta a pandemia, guerra in Ucraina, crisi energetica e crisi climatica è purtroppo evidente, in Italia e nel mondo, come dimostrano sia i dati degli studi scientifici sia quello che accade ogni giorno. L’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna rappresenta l’ennesimo e drammatico segnale di allarme confermando che, per evitare gli scenari peggiori derivanti dall’aumento delle temperature e da fenomeni meteorologici estremi, sia necessario e urgente ridurre l’impronta dannosa delle attività umane sulla Terra. Su questi temi abbiamo lavorato con passione durante il Festival, mostrando la forte domanda che emerge «dal basso» per mettere lo sviluppo sostenibile al centro dell’agenda politica, delle strategie aziendali e delle scelte collettive e individuali.
Il Direttore scientifico dell’ASviS Enrico Giovannini ha dichiarato come, nonostante gli arretramenti e le difficoltà, l’attuazione dell’Agenda 2030 sia ancora possibile, a condizione che il Governo e il Parlamento abbiano il coraggio di prendere decisioni urgenti e lungimiranti:
Per cogliere le grandi opportunità derivanti dalla transizione bisogna cambiare il modo con cui si disegnano e si realizzano le politiche pubbliche, a partire dagli investimenti finanziati dai Fondi di coesione italiani ed europei, circa 140 miliardi di euro nei prossimi anni, che devono essere diretti all’attuazione dell’Agenda 2030, come indicato nelle conclusioni del G7 di Hiroshima, per rispondere alla domanda di giustizia climatica e sociale. Il Governo dovrebbe approvare urgentemente la nuova Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, quadro di riferimento indispensabile per assicurare il coordinamento delle politiche settoriali, approvare il Piano Nazionale di Adattamento ai cambiamenti Climatici, dotandolo di adeguate risorse ed elaborare entro giugno il Piano Nazionale Integrato Energia-Clima, per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 e di decarbonizzazione al 2050.
Giovannini ha proposto inoltre la creazione di una Commissione bicamerale per la valutazione dell’attuazione dell’Agenda 2030, a sette anni dalla sua scadenza, l’approvazione di una Legge italiana sul clima e ha invitato il Parlamento a dotarsi di strumenti per valutare ex-ante le proposte di legge alla luce degli Obiettivi dell’Agenda 2030 e del principio costituzionale di tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e della biodiversità anche nell’interesse delle future generazioni.
Il Vicesegretario generale delle Nazioni Unite, Amina J. Mohammed e il Vicesegretario generale dell’Ocse, Fabrizia Lapecorella hanno evidenziato l’urgenza di intervenire per affrontare le vulnerabilità che mettono in pericolo la sicurezza alimentare e gli approvvigionamenti energetici, minacciano l’ambiente e le condizioni di salute, aumentano le disuguaglianze e rendono più fragili le democrazie, mettendo a rischio il benessere presente e futuro dell’umanità.