Firmata l’intesa per salvare le api italiane

A Castel San Pietro Terme (Bo) firmato un protocollo d’intesa per “salvaguardare il patrimonio apistico attraverso l’applicazione delle buone pratiche agricole” sottoscritto da associazioni di categoria quali: Confagricoltura, Confederazione italiana agricoltori, Alleanza delle cooperative italiane agroalimentari, Assosementi, Confederazione agromeccanici e agricoltori Italiani, Federazione nazionale commercianti di prodotti per l’agricoltura, Consorzio delle organizzazioni di agricoltori moltiplicatori di sementi, Federazione apicoltori italiani e Unione nazionale associazioni apicoltori italiani.
I soggetti si impegneranno a sensibilizzare i rispettivi associati sulla necessità di evitare, nei periodi di fioritura, insetticidi e altre sostanze che potrebbero risultare tossiche alle api. Tutto con il fine di promuovere un’agricoltura sostenibile capace di promuovere la biodiversità.
Ma perché tutto questo prodigarsi per le api? Certo forniscono alimenti antichi come miele (la cui produzione è minore ogni anno), pappa reale e propoli ma come mai occorre evitare, ad ogni costo, la loro estinzione?
Cominciamo col dire che la loro sopravvivenza è davvero appesa ad un filo ormai da anni per colpa delle scellerate attività umane che hanno prodotto alti livelli di inquinamento, i cambiamenti climatici, l’agricoltura intensiva.
I pesticidi nei campi sono un altro fattore che contribuisce alla loro sparizione (le api sono delle vere e proprie sentinelle, non si muovono su terreni irrorati dai diserbanti e sono dunque perfette per stabilire il grado di contaminazione di un ambiente).
Le api sono un elemento insostituibile per la salvaguardia dell’ecosistema in quanto capaci di regolare il ciclo della fioritura e la capacità delle piante di riprodursi. Senza di loro la sopravvivenza di molte specie vegetali sarebbe a rischio e con esse la maggioranza della frutta e della verdura che consumiamo abitualmente.
Inoltre se sparissero le conseguenze sulla produzione alimentare sarebbero devastanti. Chi impollinerebbe le coltivazioni? L’impollinazione artificiale è una pratica lenta e costosa. Il valore di questo servizio, offerto gratis dalle api di tutto il mondo, è stato stimato in circa 265 miliardi di euro all’anno.
La loro presenza è così importante che anche Greenpeace ha lanciato la campagna Salviamo le api con una serie di consigli che ognuno di noi può seguire come ad esempio costruendo un rifugio per api selvatiche e se si ha la fortuna di avere un giardino tranquillo no ai veleni, si alla semina di fiori che possono fornire nutrimento alle api.

di Marzia Fiordaliso