ISPRA – Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale pubblica i risultati di un anno di monitoraggio in 12 fiumi, nelle tre sotto regioni marine, per un totale di circa 400 ore; il lavoro, realizzato in collaborazione con la Fondazione Sviluppo Sostenibile, ha evidenziato come Tevere, Sarno e Po siano quelli che veicolano più macro-rifiuti galleggianti a mare.
Il Quaderno “Macro-rifiuti galleggianti nei fiumi: il programma di monitoraggio nazionale di ISPRA per la Strategia Marina” è realizzato nell’ambito dell’Accordo Operativo per i programmi di monitoraggio per la Strategia Marina tra il MASE ed ISPRA.
Il passaggio del corso d’acqua in aree urbane rispetto ad aree rurali e la portata del fiume sono associati ad un numero maggiore di rifiuti. Più dell’80 % è costituito da plastica e di questa più di 1/3 è monouso; numerosi sono anche gli imballaggi legati al consumo di alimenti.
Fiumi, i rifiuti viaggiano dall’Italia alla Francia
ISPRA ha rilasciato nei corsi d’acqua dei contenitori galleggianti, disegnati per simulare il comportamento dei macro-rifiuti, con tracciatori GPS. I risultati hanno evidenziato sia la lunga permanenza degli oggetti nei fiumi, con un comportamento “stop & go” in relazione alle portate, sia la capacità di percorrere lunghi tratti una volta in mare. I rifiuti che provenivano dal fiume Po hanno raggiunto la Puglia e dal Tevere ed Ombrone sono giunti in Corsica e Costa Azzurra.
La presenza dei rifiuti lungo le spiagge, sul fondo del mare, in galleggiamento e nella colonna d’acqua può avere conseguenze negative sia per gli ecosistemi marini sia per la salute umana, oltre ad avere un impatto su quelle attività antropiche che fanno affidamento sul buono stato del mare e delle coste come il turismo e la pesca.
La legge Salvamare
Le informazioni nel Quaderno saranno utili anche ai fini della legge “Salvamare” (L. 17 maggio 2022, n. 60) art. 6 (Misure per la raccolta dei rifiuti galleggianti nei fiumi) e del suo relativo decreto (DD 525/2023). Sul fiume Tevere la barriera raccogli rifiuti è stata in grado, presumibilmente, di fermare uno dei dieci contenitori con tracciatori, bloccandolo prima che giungesse in mare. Anche con il supporto SNPA (Sistema nazionale protezione ambiente), i monitoraggi continueranno nel futuro.