FONDAZIONE BCFN: DOPPIA PIRAMIDE PER SALVAGUARDARE IL PIANETA E ALLUNGARE LA VITA

E’ la dieta Mediterranea uno dei modelli alimentari migliori per prendersi cura della propria salute e anche dell’ambiente, tanto da poter essere definito come una sorta di “elisir di lunga vita”. Uno studio scientifico ha mostrato che scegliere questa dieta può incidere in maniera determinante anche sulla longevità, con un impatto che può essere paragonabile a quello che si osserva tra fumatori e non fumatori. Insomma, un’alta aderenza a questa dieta, rispetto a chi adotta altri modelli alimentari, può tradursi in circa 4,5 anni di aspettativa di vita in più, permettendo allo stesso tempo di ridurre anche il nostro impatto ambientale. La Doppia Piramide Alimentare Ambientale è il modello elaborato dal Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN), presentato alla seconda edizione del Festival del Giornalismo Alimentare di Torino, che affianca alla classica piramide alimentare (i cui principi coincidono con quelli della dieta mediterranea) una nuova piramide (capovolta) “ambientale” nella quale gli alimenti vengono classificati in base alla loro impronta ecologica (Ecological Footprint), ossia l’impatto che la loro produzione può avere sull’ambiente. E al Festival di Torino si parlerà anche dell’importanza che i media hanno nella diffusione di informazioni che riguardano l’impatto che le scelte alimentari che compiamo hanno sull’ambiente, oltre che sulla salute. A questo argomento la Fondazione BCFN ha dedicato il Food Sustainability Media Award (www.goodfoodmediaaward.org), un premio – organizzato in collaborazione con la Fondazione Thomson Reuters – destinato a giornalisti, blogger, freelance e singoli individui che vogliono presentare (entro il 31 maggio) i propri lavori, sia inediti che già pubblicati, per far luce sui paradossi del sistema alimentare e proporre soluzioni concrete per combatterli.

LA DIETA MEDITERRANEA, MODELLO ALIMENTARE CHE FA BENE ALLA SALUTE E ALL’AMBIENTE
La Dieta Mediterranea rappresenta un esempio di modello alimentare che abbina dei benefici per la salute a un basso impatto sull’ambientale. Seguire questo modello, anche in Italia, risulta ormai un’esigenza visto che – nonostante nel nostro Paese si registrino gli abitanti più longevi e magri d’Europa – è ormai evidente un progressivo distacco da questo modello alimentare, soprattutto tra i più giovani, che rischia di veder cambiare le cose. Oggi quasi 2 bambini italiani su 10 hanno problemi di peso mentre quasi un bambino su dieci è obeso, con uno dei tassi più alti in Europa. Inoltre, soltanto 1 bambino su 10 fa attività fisica in modo adeguato per la sua età e gli adulti non sono da meno, visto che uno su tre può essere definito sedentario. Se uniamo questi due elementi e li proiettiamo in un quadro futuro, appaiono chiare possibili ricadute anche sul tasso di incidenza, a livello globale, di malattie, come diabete (con un nuovo caso ogni 7 secondi nel 2014), patologie cardiache (che rimangono la prima causa di morte al mondo con 15 milioni di decessi nel 2015) e patologie croniche (che determinano il 60% dei decessi nel mondo). Ma, come detto, quello che mettiamo quotidianamente nel piatto impatta anche sull’ambiente e lo fa più di trasporti, riscaldamento degli edifici e utilizzo di energia elettrica. Tra questi, in termini di emissioni di gas serra è il cibo a dare il contributo maggiore al cambiamento climatico, con il 31% del totale, superando il riscaldamento (23,6%) e i trasporti (18,5%) .

“Il tema dell’alimentazione è ampio e complesso, non può essere visto solo dal punto di vista di “ciò che decidiamo di mangiare”, ma deve essere inquadrato anche considerando il “come” il cibo viene prodotto”, ha spiegato Katarzyna Demska ricercatrice di BCFN intervenendo al Festival del Giornalismo Alimentare. “Secondo i dati emersi dal Food Sustainability Index (FSI) – indice che rivoluziona la visione del cibo come lo conosciamo e che, per la prima volta, analizza le scelte alimentari del pianeta non solo sulla base del “gusto”, ma anche del valore complessivo che il cibo rappresenta, in un ranking di 25 Paesi analizzati, rappresentanti oltre i 2/3 della popolazione mondiale e l’87% del PIL globale – l’Italia arriva sesta, dopo Francia, Giappone e Canada, tra i Paesi dove l’agricoltura è più sostenibile, si spreca meno il cibo (e si adottano politiche innovative per combattere lo spreco) e si mangia in modo più equilibrato, senza eccessi e carenze, attenti alla propria salute e a quella del pianeta. Eppure ancora molto può essere fatto in termini di spreco alimentare del cibo a livello domestico o ancora per quanto riguarda l’impiego di acqua, dove ad una ricca disponibilità naturale di questo elemento sulla quale possiamo contare, si contrappone un elevato impatto ambientale sull’acqua delle produzioni agroalimentari e una scarsa sostenibilità ambientale del prelievo idrico in agricoltura”.

FOOD SUSTAINABILITY MEDIA AWARD, UN PREMIO PER CHI RACCONTA I TRE PARADOSSI DEL CIBO
La Fondazione BCFN lavora da sempre per diffondere una cultura dell’alimentazione che tenga conto sia di ciò che fa bene alla nostra salute sia di ciò che rispetta il nostro Pianeta. Proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi, BCFN presenta alla seconda edizione del Festival del Giornalismo Alimentare di Torino il Food Sustainability Media Award (www.goodfoodmediaaward.org), un premio – organizzato insieme alla Fondazione Thomson Reuters – destinato a giornalisti, blogger, freelance e singoli individui che vogliono presentare i propri lavori, sia inediti che già pubblicati, legati alla sicurezza alimentare, alla sostenibilità, all’agricoltura e alla nutrizione. Saranno accettati, fino al 31 di maggio articoli, video e foto che puntano a far luce sui paradossi del sistema alimentare, denunciando e proponendo soluzioni per combattere la coesistenza di fame e obesità, lo spreco alimentare e lo sfruttamento della Terra.

“Questo premio nasce per mantenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica e punta a far luce sui paradossi del sistema alimentare, ma anche a valorizzare chi propone soluzioni per contrastare la coesistenza di fame e obesità, lo spreco alimentare e lo sfruttamento della Terra. Perché solo dando visibilità a questi temi potremo vincere le sfide che ci aspettano da qui ai prossimi anni e perché se riusciremo a far passare un messaggio semplice come “mangiare meglio, mangiare meno, mangiare tutti” riusciremo anche a fare passi in avanti concreti per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti” ha spiegato Elena Cadel di BCFN, intervenendo alle tavole rotonde del Festival del Giornalismo Alimentare di Torino.

Il premio si propone di focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica e stimolare il dibattito sulla questione della sostenibilità alimentare, coinvolgendo un’audience ampia e internazionale. In particolare, il Food Sustainability Media Award si propone di far luce su tre paradossi che interessano il sistema alimentare mondiale:

• Fame vs obesità – perché per ogni persona malnutrita nel mondo ce ne sono due che sono obese o sovrappeso
• Cibo vs Carburante – perché un terzo del raccolto di cereali viene utilizzato per dare da mangiare agli animali o per produrre i biocarburanti, nonostante il problema della fame e della malnutrizione
• Spreco vs Fame – perché ogni giorno vengono sprecati 1.3 miliardi di tonnellate di cibo commestibile, quattro volte la quantità necessaria a sfamare 795 milioni di persone malnutrite in tutto il mondo