Forlì: la nuova via dell’Arte, di Valentina Dell’Aira, Mareamico

Forum Livii o più comunemente Forlì, situata nella parte orientale della Pianura Padana gode dei paesaggi delle vicine località balneari della riviera adriatica e delle lussureggianti alture dell’Appennino Tosco-Romagnolo. La città vide l’avvicendarsi di influenti famiglie storiche, quali gli Ordelaffi, che nel trecento ospitarono Dante ed il cui dominio sulla città, testimoniato dai palazzi nobiliari nel centro storico e con la Rocca di Ravaldino, durò circa due secoli. L’ingresso trionfale dei Riario-Sforza nel 1481, però, riecheggia ancora attraverso la memoria del mastodontico trasferimento dei loro beni in città, durato più di una settimana e che vide i nuovi Signori accolti da carri rappresentanti le Grazie ed archi trionfali con le allegorie della Fortezza della Giustizia e della Temperanza. Il 30 aprile del 1488 Ottaviano Sforza, figlio maggiore di Caterina, viene proclamato nuovo Signore di Forlì, ma Caterina inizia il suo governo in nome del figlio, vista la giovane età di quest’ul-timo. La dama della Rosa e del Drago fu da allora al centro della vita politica e culturale di Forlì, occupandosi personalmente di tutte le questioni politiche e private, che la vedevano attiva nelle strategie dei rapporti con gli Stati limitrofi, anche attraverso trattative coniugali per rafforzare alleanze politiche, come consuetudine del tempo. Una donna di grande potere Caterina, indiscussa padrona della sua città, amata dai suoi sudditi, che trascorreva le sue giornate fra l’approvvigionamento delle armi e dei cavalli per il suo esercito e l’arte del cucito.

La città custodisce frammenti di storia romanica e rinascimentale e vede nell’Abbazia di San Mercuriale con il suo campanile del XII secolo, un significativo simbolo della città che si fonde armoniosamente con il barocco della Chiesa del Suffragio e quella di San Filippo Neri. In questo panorama culturale, che annovera i quattrocenteschi Palazzo del Podestà e Palazzo Albertini e che fu un importante centro di affari e di vita cul-turale ebraica, ispiratrice attraverso gli scritti del rabbino Hillel dell’estro dantesco, si incastona armoniosamente il Complesso museale di San Domenico risalente al XIII secolo, sede dell’antica Pinacoteca civica. Quest’ultima è intitolata a Melozzo degli Ambrogi , è parte dei Musei civici di Forlì e custodisce opere pregevoli del Beato Angelico, di Antonio Canova, del Guercino, del Modigliani e tanti altri ancora che convivono amabilmente con la collezione Pedriali, una raccolta di dipinti, italiani e stranieri del XVII fino al XIX secolo. Il complesso museale è formato da palazzo Pasquali, chiesa di San Giacomo Apostolo, convento dei Domenicani, convento degli Agostiniani e sala Santa Caterina. Sembrerebbe un quadro ricorrente nella descrizione delle città che costellano il panorama d’arte italiano, se non fosse che il Servizio Cultura e Turismo del Comune di Forlì e l’Associazione Amici dei musei San Domenico, attraverso il percorso di visite guidate virtuali delle Collezioni Civiche forlivesi, abbia attivato un percorso di digitalizzazione, allineandosi ai musei più innovativi sul territorio nazionale, realizzando peraltro un canale Youtube “Cultura Turismo Forlì” che attraverso una sorta di storytelling , narrati dalla storica dell’arte Sabrina Marin, ci introduce in un mondo culturale avvincente ed inclusivo nonostante le limitazione dei tempi attuali. Ed allora ecco che gli amanti dell’arte possono fruire della visione degli antichi arazzi sulla Crocefissione del Van Aelst o incontri tematici esplicativi sulle magnifiche opere che insistono nella Pinacoteca e nei musei. Quello del recupero monumentale del Complesso Conventuale di San Domenico, è l’esito di un accordo virtuoso che ha coinvolto il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Forlì, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, con un allestimento realizzato con il contributo della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, che risponde ad un’esigenza più ampia di riqualificazione del sistema museale all’interno dell’architettura urbana del centro storico.

Attraverso la risoluzione dei limiti della materialità , il visitatore grazie al digitale viene posto al centro di un itinerario in cui può esplorare in maniera innovativa l’opera d’arte, vivendo una fruizione dei beni che implica un superamento del classico limite visivo tradizionale, in un contesto relazionale in cui le immagini si fondono con i suoni e le stimolazioni sensoriali, creando un’immersività interattiva che lo rende protagonista in una variegata offerta che vede il museo non più chiuso fra le mura che lo definisce, ma libero ed inclusivo verso tutti i gruppi sociali a cui deve essere sempre più am-piamente destinato. Ed ecco che il Comune di Forlì ha pensato, attraverso il suo assessore alla Cultura, a “I musei… da casa tua!” , non solo per mostrare le grandi opere come il “Trittico” del Maestro di Forlì o la “Dama dei gelsomini” di Lorenzo di Credi, ma anche per dare una nuova dimensione alle opere meno attenzionate o per far conoscere ai più il patrimonio culturale di appartenenza, ed è cosi che tutti i giorni fino al 6 gennaio 2021, a ciclo continuo sulla facciata del Municipio e lungo il profilo del campanile di San Mercuriale di Forlì, verrà proiettato un videomapping che riproporrà “Ottocento anni di vita forlivese tra arte e storia”. Un esempio da cui essere costruttivamente “contaminati” quello della città di Forlì, che ha recentemente festeggiato i suoi 22 secoli di vita, dimostrando che l’antico può riappropriarsi e rivivere attraverso nuove dimensioni multimediali, tornando protagonista attraverso le emerging technologies.