Giornata mondiale della biodiversità, il suo declino è un nostro problema

Oggi la Giornata mondiale della biodiversità, voluta dalle Nazioni Unite nel 2000, ha come scopo “la tutela della flora e della fauna mondiali, la cui sopravvivenza è sempre più spesso minacciata, in particolare dalle attività umane”.
Fino ad ora sono state censite circa 1,75 milioni di specie (ma secondo altri studi sarebbero molte di più), per lo più piccole creature come gli insetti, una varietà biologica, di piante, animali e microrganismi dovuta a miliardi di anni di evoluzione, influenzata da processi naturali certamente ma anche dall’azione umana.
In Italia, secondo gli ultimi dati contenuti nell’annuario 2017 dell’Ispra, il 31% degli animali vertebrati sarebbe a rischio di estinzione, insieme alla metà delle specie vegetali (si sono già estinti due pesci: lo storione comune e quello ladano; tre uccelli: la gru, la quaglia tridattila, il gobbo rugginoso e un mammifero: il pipistrello rinolofo di Blasius).

Il declino della biodiversità può avere conseguenze terribili: pensiamo alla distruzione degli habitat naturali di tante specie (soprattutto nelle foreste vive quasi l’80%). Per l’Università del Maryland, solo nel 2016, il nostro pianeta avrebbe perso quasi 30 milioni di ettari di copertura arborea. Da sottolineare il bracconaggio e il commercio illegale ma anche la caccia e la pesca legale, l’invasione di piante aliene che possono dare filo da torcere alla vegetazione autoctona e finanche ai nostri mari (negli ultimi tre decenni sono aumentate del 96%: dati Ispra e Legambiente). Colpevoli anche l’agricoltura intensiva e l’inquinamento.
Gli scienziati affermano che siamo di fronte alla sesta estinzione di massa, questa volta per cause antropiche, forse superiore a quella che ha segnato la fine dei dinosauri, 65 milioni di anni fa.
Oltre ciò non dimentichiamo che negli ultimi 25 anni gli animali selvatici si sono dimezzati. Secondo la “lista rossa” dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), sono minacciati di estinzione 1.199 Mammiferi (il 26% delle specie descritte), 1957 Anfibi (41%), 1.373 Uccelli (13%) e 993 Insetti (0,5%).

C’è da chiedersi se siamo davvero pronti ad affrontare la sparizione del magnifico leopardo delle nevi, ormai ridotto a 5.000 esemplari, o del bucero dall’elmo con il caratteristico becco venduto come avorio rosso o dei simpatici ed intelligentissimi scimpanzé venduti come carne.
Possiamo però tutti contribuire, la protezione della biodiversità deve diventare una responsabilità condivisa; cominciamo cambiando i nostri modelli di acquisto e consumo di cibo, fibre, cosmetici e altri prodotti non alimentari di origine agricola.
Molto resta da fare sul lato della comunicazione e dell’informazione, le persone devono capire bene il pieno valore della natura per garantirne la protezione e l’uso sostenibile.

Oggi in Italia

In occasione della Giornata sarà inaugurato il Frutteto della Biodiversità, realizzato da Fondazione Fico e Arpae che hanno piantato i gemelli dei patriarchi da frutto e forestali più significativi, alcuni dei quali da vero primato nazionale;
– il mandorlo di San Giovanni Rotondo in Puglia è il più grande d’Italia, con i suoi 4,6 metri di circonferenza misurati a 1,3 metri da terra e l’età stimata di circa 300 anni;
– il pero da record di San Severino Lucano in Basilicata, con circonferenza di oltre 4 metri e 3 secoli di vita;
– il noce più anziano d’Europa e più grande d’Italia che continua a dare frutti, affonda le sue radici a Poggiodomo in Umbria ed è caratterizzato dalla straordinaria circonferenza di oltre 5 metri.

di Marzia Fiordaliso