Giornata Mondiale dell’Ambiente

Giornata Mondiale dell’Ambiente 2024, il futuro della terra nelle nostre mani

L’edizione 2024 della Giornata Mondiale dell’Ambiente, sotto l’egida delle Nazioni Unite, ha come tema principale di quest’anno la salvaguardia del territorio, la lotta alla desertificazione e la resistenza alla siccità con lo slogan “La nostra terra. Il nostro futuro. Siamo #GenerationRestoration.”

In evidenza l’urgenza di intervenire per recuperare gli ecosistemi degradati e proteggere quelli ancora intatti. Dagli oceani alle foreste, dalle praterie ai fiumi, ogni habitat svolge un ruolo fondamentale nel mantenere l’equilibrio ecologico e nel supportare la biodiversità. La distruzione degli ecosistemi non solo minaccia la fauna e la flora, ma compromette anche la qualità della vita umana, influenzando la disponibilità di acqua, cibo e aria pulita.

Giornata Mondiale dell’Ambiente 2024, in azione

Per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dell’1,5% le emissioni annuali di gas serra vanno dimezzate entro il 2030. L’esposizione all’inquinamento atmosferico oltre le linee guida di sicurezza aumenterà del 50 per cento entro dieci anni e i rifiuti di plastica che arrivano negli ecosistemi acquatici triplicheranno entro il 2040.

Il ruolo cruciale dei giovani

I giovani di tutto il mondo sono sempre più protagonisti dei movimenti ambientalisti con soluzioni innovative e sostenibili per affrontare le sfide climatiche. Attraverso la partecipazione attiva a iniziative come Fridays for Future, molti ùstanno dimostrando un forte impegno per la protezione dell’ambiente e chiedono azioni concrete ai governi e alle aziende.

La poesia di Gianni Rodari dedicata alla natura

La Giornata Mondiale dell’Ambiente 2024 rappresenta un’opportunità fondamentale per riflettere sulle azioni necessarie per proteggere il nostro pianeta. Ogni piccolo gesto, se moltiplicato a livello globale, può contribuire a un cambiamento significativo. Gianni Rodari gli avrebbe dedicato questa poesia…

Natura, vattene!

Le gridarono:
“Vattene, Natura!”.
Lei si prese paura.
Fece il suo fagottello:
ci mise dentro
l’ultimo alberello,
l’ultima viola
dell’ultima aiuola
e uscì dalla città.
E va, e va…pensava:
“Mi fermerò nei boschi!”.
Ma i boschi erano stati
disboscati.
“Mi fermerò nei prati!”.
Ma erano tanto piccoli:
non c’era posto per tutti
gli insetti, i mammiferi,
gli uccelli, i tramonti…
“Vattene, Natura!”
E lei se ne andò:
in quattro ripiegò
gli ultimi prati
come fazzoletti.
Lasciò il pianeta
AccaZeta…
Adesso lassù
è tutta una città:
di verde – ve lo posso
giurare – c’è rimasto
solo il semaforo,
quando non è rosso…