Giovane, verde e carfree, così i milanesi vedono la città di domani

Milano – Chiusa a Farini la tre giorni di workshop dedicato alle aree ferroviarie dismesse con oltre 2000 partecipanti. A marzo gli scenari emersi, a gennaio prosegue il dibattito pubblico
“Sono stati giorni intensi e fantastici – ha detto l’assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura Pierfrancesco Maran -. Questa città ha bisogno di discutere e confrontarsi sulla Milano del futuro per prendere le decisioni migliori sulla rinascita di queste grandi aree. Abbiamo un’ottima delibera di consiglio comunale condivisa anche dall’opposizione, ed è questo che chiediamo ai cittadini: partecipare e dare il proprio contributo, perché da queste aree passa il futuro della città di Milano. Ora dobbiamo subito pensare agli usi temporanei: vogliamo che i giovani tra i 18 e i 24 anni siano i soggetti principali coinvolti fin da subito nel riutilizzo di queste aree perché le vendano vive”.

Gli scali riqualificati dovranno essere luoghi di generazione di innovazione, che valorizzino e diano senso allo sviluppo di tutta la città, dove le funzioni siano integrate all’interno dei quartieri ma anche all’interno di ogni singolo edificio. Umanità, mobilità integrata, creatività, felicità, natura, futurismo, permeabilità dei piani terra, cura di sè sono alcuni dei concetti emersi e su cui gli architetti lavoreranno per dare vita a cinque possibili scenari per la città di domani che aiuteranno il Comune di Milano, FS Italiane e Regione Lombardia nella definizione dell’accordo. Visioni possibili, frutto del grande lavoro di centinaia di milanesi, che verranno presentate alla cittadinanza il prossimo marzo.
Intanto già da gennaio continueranno gli incontri pubblici e le occasioni di dibattito e confronto, a partire dalle Commissioni Comunali che, come ha ricordato Carlo Monguzzi, Presidente della Commissione Mobilità, Trasporti, Politiche Ambientali, Energia, Protezione Civile, Animali e Verde del Comune di Milano, saranno convocate ogni 15 giorni per garantire la massima partecipazione pubblica dei cittadini. “Siamo la prima città in Italia in cui la rinascita di un milione e 250mila mq la fanno i cittadini e le loro forme di rappresentanza associazionistica e sociale, – ha detto Monguzzi – stiamo costruendo un pezzo d’Europa”.