Gli imballaggi sostenibili si affacciano sul mercato. Ma intanto? 

Il cibo acquistato soprattutto nei negozi e supermercati è spesso avvolto da cartone o pellicola se non, addirittura, da entrambi. Da quando, negli anni ’50, la plastica (usata principalmente per il confezionamento) è entrata nella fase di produzione di massa, è stata un’escalation: sono state prodotte 9,1 miliardi di tonnellate di cui la gran parte finita in discarica.
Da qualche anno in molti cominciano a notarne l’eccessivo uso, pensiamo alla frutta già sbucciata e super imballata venduta in ormai molti posti che provoca indignazione nei social. Ma sappiamo ormai, fortunatamente, che ciascuno di noi con un gesto può fare la differenza, siamo diventati consumatori critici che vogliono conoscere tutti gli ingredienti, la filiera di produzione e che amano “lo sfuso” sempre di più.
Intanto i sacchetti di plastica con cui pesare ortaggi e frutta sono stati sostituiti da quelli biodegradabili in mater-bi; il fatto che siano diventati a pagamento ha suscitato un polverone ma qualche centesimo per l’ambiente e la nostra salute forse lo possiamo spendere…
Si affaccia sul mercato il packaging sostenibile anche per le spedizioni: un’azienda americana di informatica utilizza imballaggi di bambù e funghi, questi ultimi sostituiscono la plastica che serve per riempire il cartone ed evitare che il prodotto balli all’interno. Un inizio…
Noi intanto premiamo e mettiamo nel carrello gli alimenti a zero packaging.

di Marzia Fiordaliso